Al giorno d’oggi
l’interoperabilità è un pregio al quale non si può rinunciare: la libertà di poter portare facilmente un’applicazione da un contesto, o da un OS, all’altro, a volte può fare la differenza in caso di scelte riguardo politiche aziendali e software per il proprio business; principi di questo sono stati i primi siti che hanno cominciato anni fa ad offrire applicazioni fruibili direttamente dal browser. È per questo che
l’Unione Europea ha avviato un progetto di standardizzazione delle applicazioni per facilitarne la distribuzione e la fruizione.
Il progetto è chiamato
Webinos, ed essenzialmente ha il compito di spingere all’utilizzo e alla creazione di
applicazioni Web anziché di programmi radicati fortemente sul sistema operativo, e di realizzare una innovativa piattaforma grazie alla quale verranno in gran parte abbattuti i limiti dei diversi dispositivi, rendendo le applicazioni utilizzabili da una fetta molto maggiore di utenza.
La bella notizia, oltre il grandissimo e ambizioso progetto di interoperabilità, è che il tutto sarà
sviluppato in maniera aperta, con 10 milioni di euro come contributo economico dell’Unione Europea, e la mano di BMW, Sony Ericsson, Samsung, Telecom, e istituzioni come il
World Wide Web Consortium, meglio noto come
W3C.
Senza dubbio manca ancora molto per l’adozione dell’Open Source a livelli veramente massicci, ma atti come questi, uniti ai molti utenti acquisiti da Linux negli ultimi anni, fanno tutt’altro che disperare.