Autore Topic: Caratteri diversi, quotidianità ingestibile [Cittadino e Istituzioni]  (Letto 676 volte)

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Offline ninfea

Caratteri diversi, quotidianità ingestibile: così si spiega la crisi della coppia. Secondario il tradimento


Nessun addebito per la separazione è plausibile nei confronti della donna, nonostante quest’ultima abbia tradito il marito. Ciò che conta è la difficoltà della coppia nel gestire la vita quotidiana, anche a causa dei caratteri troppo diversi.


Il caso

Vita di coppia? Quasi una caccia al tesoro, il cui obiettivo è – dovrebbe essere – riuscire a trovare prima e consolidare poi equilibri che rispettino e tengano conto della donna e dell’uomo. Come arrivare alla meta? Non esiste ricetta, bastano – dovrebbero bastare – amore e comprensione. Ma se a ‘guastare’ il quadro vi sono due caratteri che fanno scintille, allora, la situazione si fa davvero complicata. Tanto da condurre alla separazione dei coniugi, tanto da rendere secondario finanche il tradimento (Cassazione, ordinanza 8675/13). Sciolta l’idea stessa del legame, tra i due coniugi – oramai separati – restano due nodi: quello economico e quello relativo all’addebito della rottura. Su entrambi i fronti i giudici privilegiano la posizione della donna: a favore di quest’ultima, difatti, viene riconosciuto il diritto a un «contributo mensile» pari a 250 euro, e a lei non vengono attribuite le ragioni della separazione, nonostante il tradimento perpetrato nei confronti del marito. Proprio su quest’ultimo passaggio si sofferma ancora l’uomo, proponendo ricorso per cassazione, e sostenendo che è stato sottovalutato il ‘peso specifico’ della «relazione adulterina» della donna rispetto alla «crisi coniugale». Nonostante l’osservazione proposta dall’uomo, però, anche in terzo grado viene condivisa l’ottica adottata dai giudici di Appello, che avevano considerato esemplare «un episodio litigioso avvenuto» ben 4 anni prima della relazione extraconiugale della donna. Quell’episodio, difatti, viene considerato punta dell’iceberg di una situazione familiare per nulla idilliaca. Più precisamente, secondo i giudici, «il progressivo deteriorarsi dei rapporti tra coniugi» affonda le proprie ‘radici’ «in incompatibilità caratteriali e nella difficoltà di risolvere armoniosamente le difficoltà quotidiane».Evidente, quindi, «la preesistenza di una crisi» e, è logico presumere, di «una convivenza meramente formale», a causa di ‘spigoli’ caratteriali non superabili. Di conseguenza, non si può ipotizzare la presenza di «motivazioni o cause esterne» – come, ad esempio, la relazione extraconiugale della donna – «che hanno inficiato il rapporto di coppia».


Fonte: www.dirittoegiustizia.it

« Ultima modifica: Aprile 08, 2014, 21:23:38 pm da ninfea »
                                  
 


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