Autore Topic: Cane in spiaggia, bagnante aggredito in acqua [Responsabilità e Sicurezza]  (Letto 957 volte)

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Offline ninfea


Cane in spiaggia, bagnante aggredito in acqua: colpevole il proprietario dell’animale


Ricostruita la dinamica dell’episodio, identificato il ragazzo che è arrivato in spiaggia col quadrupede, per giunta senza museruola. Evidente la responsabilità per non avere adeguatamente provveduto alla sorveglianza del cane. Aggressione assolutamente imprevedibile: un bagnante viene raggiunto, in acqua, alle spalle, da un cane di razza pitbull. Evidenti le lesioni subite, come da referto. Altrettanto evidente la responsabilità del proprietario dell’animale: a lui è addebitabile, difatti, prima la scelta di portare il cane a spasso senza museruola, e poi la mancanza di diligenza nella necessaria custodia dell’animale (Cassazione, sentenza 22229/14).


Il caso

Episodio ricostruito, con facilità, in dettaglio: un uomo si fa tranquillamente il bagno, in una località pugliese, quando viene «raggiunto a nuoto e aggredito» da un cane, un pitbull, arrivato sulla spiaggia – «privo di museruola» – sotto il controllo di «un ragazzo e una ragazza». Sul momento, però, il ragazzo, proprietario dell’animale, si rifiuta di «fornire le sue generalità». Ciò non impedisce all’uomo rimasto ferito – come certificato dal referto ospedaliero – di identificarlo attraverso il «numero di targa dell’autovettura» con cui il giovane «si era allontanato». Poi, in udienza, l’identificazione del ragazzo, fatta dall’uomo, diviene ufficiale. Conseguenziale è l’addebito al giovane della responsabilità per la condotta del cane. E questa decisione, così come fissata sia in primo che in secondo grado, viene ora ‘sigillata’ dai giudici del ‘Palazzaccio’.

Da un lato, in premessa, viene ritenuto «estremamente attendibile il riconoscimento informale effettuato» dall’uomo rimasto ferito: quest’ultimo, difatti, spiega di aver visto il giovane non solo in occasione dell’episodio sulla spiaggia, ma anche, successivamente, quando il proprietario del cane ebbe modo di fargli visita «in ospedale» e «sul posto di lavoro». Inoltre, viene aggiunto, non si può ignorare l’«accertamento» relativo al fatto che il giovane «era effettivamente proprietario tanto dell’auto la cui targa era stata annotata nell’immediatezza del fatto, quanto di un cane coincidente per razza con quello che aveva provocato l’aggressione».

Nessun dubbio, quindi, sulla persona del proprietario dell’animale. E, soprattutto, a quest’ultimo è attribuibile, e attribuita, la «colpa» per le «lesioni» subite dall’uomo azzannato dal pitbull. Per i giudici, difatti, è cristallina la «mancata adeguata custodia dell’animale», custodia che «competeva» al giovane «in qualità di proprietario»: tale omissione, in sostanza, ha dato il ‘là’ all’improvvisa, folle azione del cane.


Fonte: www.dirittoegiustizia.it

                                  
 


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