Autore Topic: "Egemonia del cinismo": gli italiani over 50 rifiutano questa politica  (Letto 354 volte)

Descrizione:

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline ambarambacicicoco

"Egemonia del cinismo": gli italiani over 50 rifiutano questa politica
Censis: non servono guide carismatiche, meglio persone oneste (per il 60%), sagge (43%) e preparate (37%)

di M.Vittoria De Matteis
(mv.dematteis@rai.it)


“Se ‘egemonia culturale’ è la capacità di influenzare e condizionare su larga scala le opinioni e le parole di una società, allora la sola vera egemonia culturale degli ultimi anni è stata il cinismo”, scrisse Michele Serra (Repubblica del 24.2.’11). “‘Speranza’: nessun’altra parola — neanche ‘politica’, neanche ‘onestà’ — minaccia con altrettanta precisione la griglia culturale del cinismo. Per sperare, bisogna ricominciare a credere in qualcosa, e se si crede in qualcosa il terrore del banale diventa un impiccio molto trascurabile: meglio vivere con qualche sbavatura enfatica che morire di noia. Gli italiani giovani—per esempio — non possono convivere a lungo con la mancanza di speranza, perché biologicamente (prima che ideologicamente) a vent’anni si vive in funzione del futuro, ci si forma e ci si danna attorno all’immagine del proprio divenire e del proprio migliorare. I cinquantenni e sessantenni smagati e sazi che determinano l’agenda giornalistica, culturale e politica di questo Paese possono solo intuire, non certo catalizzare, la potenza formidabile di questo desiderio di futuro, e di speranza”.

Il campione preso in esame dal sondaggio del Censis, 1.200 italiani dai 50 ai 65 anni, fa rilevare un dato inedito: non si tratta di un rifiuto emotivo della politica perché, anzi, gli intervistati sembrano avere le idee molto chiare sui propri desideri. Il credo politico, gli schieramenti, le appartenenze di classe o di culto, etniche o sessuali, contano poco e raggiungono percentuali di aggregazione minime (la fede politica conta solo per l’1,1%). Non sono tutti ripiegati sulla propria soggettività: c’è una fetta di persone che si interessa dei fatti di cultura, attualità e politica. Gli over 50 sono fortemente aperti agli altri: l’84,5% vede il rapporto con l’esterno come una forma di arricchimento, l’82,4% dice che questo confronto è servito per migliorarsi. Hanno ricevuto una trasmissione di valori che oggi sanno apprezzare. Con il proprio padre (la figura in cui hanno identificato l’autorevolezza, secondo il 37%) hanno avuto un rapporto equilibrato, fatto di amore e rispetto. Ora pensano che la società abbia bisogno più che mai di guide. Ma non devono esser guide carismatiche o dotate di una forte leadership: è molto meglio che siano innanzitutto di specchiata onestà sia in pubblico che in privato (59,8%), persone illuminate da profonda saggezza e consapevolezza (43%) che siano preparate (37,3%). Alla classe dirigente politica e istituzionale chiedono innanzitutto di saper ascoltare i bisogni della gente (57,3%), di recuperare giustizia sociale (39%), di guardare al futuro (34,1%). Non vogliono guide che sappiano coinvolgere (solo il 5,2%) o far sognare (1,7%). Devono essere invece seri e onesti (59%), saggi (54%), dotati di forza morale (34%) e onore, umiltà e semplicità. Insomma, come conclude Serra: “L’egemonia cinica ha finito il suo tempo perché è sterile anche quando intelligente, perché volendo essere brillante è solo castrante, perché non produce più pensiero comune, non crea parole nuove (l’ultima di qualche rilievo è stata ‘buonismo’, oramai decrepita), non emoziona gli esseri umani: al massimo ne vellica la vanitosa tendenza a sentirsi superiori ai sentimenti e alle passioni civili, che invece spesso, e inevitabilmente, ci sovrastano. La paura di essere retorici non è più un tabù, non condiziona più le parole e le scelte politiche. L’enfasi e l’ingenuità sono rischi che vale la pena correre pur di uscire dal ricatto intellettuale di un ventennio castrante, quello dell’egemonia cinica”.

E’ corale l’osservazione che, per superare il momento storico attuale, non basterà qualche legge per lo sviluppo. Solo una vera rivoluzione culturale, sociale e politica, orientata verso i nuovi e i vecchi poveri potrà salvare i cinquantenni, ma anche i quarantenni e, perché no, anche i trentenni.

Fonte TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


Cliccate il BANNER sopra, sarete di grande Aiuto. GRAZIE !