1. Pierluigi Bersani è una persona seria. Ha ottenuto 255.189 voti tra gli iscritti al Pd, i suoi principali sponsor sono Massimo D'Alema e i signori delle tessere meridionali, tra cui i governatori Antonio Bassolino e Agazio Loiero. Bersani propone un modello di partito che ha la testa rivolta al passato (esemplificativa la sua metafora del "partito-bocciofila" o peggio ancora del "partito-Avis"), è un tipo concreto e efficace nell'azione di governo, che ha sperimentato in passato come presidente postcomunista dell'Emilia Romagna e poi più volte come ministro. Ha 58 anni, è il candidato più vecchio dei tre, non ama particolarmente il meccanismo della primarie e ha promesso come prima azione da segretario una battaglia per la riforma elettorale. Immagina di spostare a sinistra l'asse del Pd, ritrasformandolo di fatto nel Pds, lasciando spazio al centro per un altro soggetto politico con cui allearsi. Sarebbe un perfetto segretario della Spd tedesca e alle elezioni decisive del 22 marzo 2010 otterrebbe lo stesso risultato.
2. Dario Franceschini è una persona seria. Ha ottenuto 171.041 voti tra gli iscritti al Pd, i suoi principali sponsor sono gli ultimi segretari di Ds e Margherita, Piero Fassino e Francesco Rutelli, ma soprattutto il gruppo dei volti nuovi del Pd che si sono misurati già alle europee con Berlusconi battendolo, da Debora Serracchiani a David Sassoli. Altri under 40 di rilievo come Federica Mogherini, Vinicio Peluffo e...Mario Adinolfi (con tutta Generazione U) sostengono la candidatura del segretario uscente che ha caratterizzato i sei mesi terribili della sua leadership su una serie di proposte concrete: estensione delle tutele a tutti i precari, battaglia su scuola e immigrazione, opposizione durissima a Berlusconi e al suo governo. Con questa ritrovata vitalità il Pd ha fermato l'emorragia di voti e alle europee lo ha tenuto sopra la soglia di sopravvivenza. Promette di rinnovare radicalmente il partito, di dare forza alle primarie come metodo di selezione della classe dirigente, di mantenere l'originaria idea di partito plurale e aperto con ambizione maggioritaria. Se Franceschini vince le primarie, il 22 marzo Berlusconi viene battuto. Non a caso tutti i leader della destra, da Bossi a Brunetta, da Gasparri a Calderoli, da Bondi a Cicchitto, hanno espresso la loro preferenza per l'elezione di Bersani.
3. Ignazio Marino è una persona seria. Ha ottenuto 36.674 voti tra gli iscritti al Pd, i suoi principali sponsor sono Goffredo Bettini e Michele Meta. Ha caratterizzato la sua candidatura sui temi della bioetica e sulla questione morale, ma è incappato in una brutta storia di doppie ricevute e rimborsi alla base del suo allontamento da un precedente incarico di lavoro. Sulla questione ha ottenuto comunque la solidarietà del partito tutto. Non ha alcuna possibilità di essere eletto segretario, punta a impedire a Franceschini o Bersani di raggiungere la maggioranza assoluta dei voti alle primarie, per fare l'ago della bilancia nella successiva assemblea dei mille a cui sarebbe demandata l'elezione del segretario. Un giochino da prima Repubblica ben congegnato da Goffredo Bettini. Mi auguro che non gli riesca e che il popolo delle primarie si tenga tutto il potere di decidere chi deve essere il segretario del Pd chiamato al compito storico di chiudere il tempo del berlusconismo.
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