Autore Topic: Rapporto Italia 2011: l'Italia vive una crisi grave, serve operazione verità  (Letto 944 volte)

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Rapporto Italia 2011: l'Italia vive una crisi grave, serve operazione verità
Due 'bombe' innescate: conflitto istituzionale e debito pubblico. Emerge dallo studio Eurispes sullo stato del Paese

L'Italia vive una crisi grave, politica, economica e sociale. Per uscirne, serve un'operazione verita'. Anche perche' ci sono due 'bombe' innescate che potrebbero esplodere: il conflitto istituzionale e il debito pubblico. E' il quadro che emerge dal 'Rapporto Italia 2011' dell'Eurispes. "L'Italia sta vivendo, insieme, una grave crisi politica istituzionale, economica e sociale. Tre percorsi di crisi che si intrecciano, si alimentano e si avviluppano l'uno con l'altro fino a formare un tutt'uno solido, resistente, refrattario ad ogni tentativo di districarlo, di venirne a capo", spiega il presidente Gian Maria Fara.

La nostra classe dirigente attuale, a differenza di quanto accade in altri paesi, prosegue, "non e' ne' coesa ne' solidale. Possiede una grande consapevolezza di se' e nessuna consapevolezza dei problemi generali. Non e' mai riuscita a costituirsi in e'lite responsabile". L'analisi si fa' piuttosto dura. La classe dirigente "e' piu' semplicemente il frutto della tradizione feudale che connota ancora il nostro Paese. La sua fragilita' e la sua pochezza derivano dai meccanismi ereditari o di 'cooptazione benevola' che ne hanno segnato i percorsi nel corso degli anni". Ora, insiste Fara, "dal momento che questo vecchio sistema non regge piu', partendo da una indispensabile operazione verita', bisogna pensare ad una nuova prospettiva".

Nello scenario attuale, vi sono, secondo il Presidente dell'Eurispes, almeno due 'bombe innescate'. "Nelle scorse settimane molti hanno fatto finta di non accorgersi che l'Italia ha rasentato uno scontro istituzionale che avrebbe potuto avere esiti devastanti. Infatti, piaccia o non piaccia, gli elettori sono convinti di aver nominato con il loro voto il Capo del Governo, mentre la Costituzione affida questo compito al Presidente delle Repubblica e alla successiva ratifica parlamentare. E' evidente il pasticcio pericoloso nel quale e' stato trascinato il Paese dagli improvvisati riformatori che hanno smantellato allegramente il sistema della Prima repubblica senza sostituirlo con regole chiare e certe", spiega.

Ora, prosegue il presidente dell'Eurispes, "davvero, non ci sono piu' margini. O si ha il coraggio di fare due passi indietro ripristinando cio' che e' stato maldestramente abolito o di farne uno in avanti chiudendo il cerchio e definendo una volta per tutte l'assetto della nostra Repubblica". La seconda bomba pronta ad esplodere "e' quella del debito pubblico, del quale si parla ormai da anni come di un parente con una malattia cronica con la quale si puo' tutto sommato convivere. E invece anche in questo caso il tempo e' finito", avverte Fara.

Proprio su questo terreno, "la politica dovra' dimostrare di essere all'altezza del compito e di saper raccontare la verita' agli italiani, anche quella piu' dolorosa". Gli italiani, sostiene infatti il presidente dell'Eurispes, "potrebbero essere anche disposti a sopportare una stagione di sacrifici, ma chiedono in cambio serieta', correttezza e trasparenza".

Per questo, "la prima necessita' e' oggi quella di far uscire la politica dalle trincee dentro le quali si e' rifugiata e di affrontare il peso e la sfida della riflessione e del confronto". Fara fa poi riferimento alla nascita del Terzo polo che, osserva, "potra' avere un senso ed uno spazio solo se riuscira' a rimettere in discussione gli equilibri complessivi e le attuali regole del gioco". Alla democrazia, insiste, "non servono le trincee e neppure i campi di battaglia: sono invece utili e necessari i terreni di confronto e di mediazione. Agli anatemi e alle invettive bisogna sostituire le idee e i progetti. Noi pensiamo che cio' possa accadere: la storia tormentata del nostro Paese ci ha insegnato che gli italiani riescono a trovare, nei momenti piu' difficili, le energie e le risorse necessarie per rialzarsi e ripartire".

La traduzione sul terreno pratico di questo appello deve fare i conti con una realta' che vede la politica in perenne ritardo. Serve, secondo Fara, "un ruolo attivo del pubblico e della politica per consentire al Paese di non restare indietro nei settori decisivi e strategici". Cosi' come "occorrerebbe mettere a frutto il ruolo e le capacita' del nostro sistema delle piccole e medie imprese che costituiscono la vera ossatura dell'economia italiana".

Queste come altre questioni, sottolinea ancora il Presidente dell'Eurispes, "non trovano spazio nell'agenda della politica, eppure segnano in profondita' la qualita' del rapporto tra cittadini e Istituzioni". La stessa "mancanza di riflessione" che caratterizza i problemi legati alla crisi del nostro sistema industriale e dell'istruzione "emerge con tutta evidenza quando si parla del turismo e tutti convengono immediatamente che si tratta di un settore strategico, adatto ad esaltare le vocazioni e le caratteristiche del nostro Paese". In particolare, "non si vuole riconoscere che le regioni del Sud, ma anche quelle del Nord, non hanno tutelato a sufficienza il loro patrimonio storico, culturale e ambientale ed oggi, per riparare i guasti, occorrerebbero investimenti enormi".

Ma sulla realta' delle Regioni, denuncia Fara, "sembra quasi che non si possa dire la verita'". Ora, osserva, il federalismo "puo' essere una grandissima occasione per ammodernare l'Italia a patto che venga prima rivista la riforma del Titolo V della Costituzione, che nel 2001 fu frettolosamente e imprudentemente approvata con qualche voto di maggioranza".

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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