Test Pandori - una comparazione tra 5 prodotti in commercio sotto i 6 €
Guida alla scelta
Che si tratti di pandoro o panettone, la domanda è sempre la stessa: quale comprare? Vale la pena spendere più soldi per mettere in tavola un pandoro artigianale o sto solo buttando via soldi? E tra i prodotti sfornati dall’industria dolciaria esistono davvero differenze sostanziali? Ecco alcuni suggerimenti.
- Partiamo dal supermercato. Controlla che sulla confezione ci sia scritto “pandoro” e non “dolce natalizio” né “dolce di Natale”: spesso le scatole delle imitazioni mostrano comunque le immagini di un dolce dalla forma simile e vengono disposte nei punti vendita vicino a quelli veri. Questi fac-simile non contengono gli ingredienti obbligatori per legge nel pandoro: al posto del burro, per esempio, possono esserci grassi di minor pregio; al posto delle uova o dei tuorli freschi, prodotti in polvere.
- Quando tagli la prima fetta, respira: il profumo di uova, burro, vaniglia dovrebbe avvolgerti. Questo aroma deve contraddistinguere non solo i prodotti artigianali, ma anche quelli commerciali.
- La forma tipica è quella di una stella ottagonale. Se le coste cedono, la lievitazione non è stata ottimale. Se sembra “collassato” e si ritrae verso il centro significa che il lievito era troppo forte o che è stato girato troppo presto, quando era ancora caldo.
- Il colore della pasta deve essere giallo uniforme: se è troppo chiara potrebbero essere state usate uova intere. Fuori deve essere asciutto: non ci devono essere tracce di unto. Se il pandoro è artigianale, anche lo zucchero a velo dovrebbe essere fatto dal pasticcere.
- La base del pandoro è la parte del dolce posta in alto durante la cottura: se è troppo scura o bruciata, significa che la temperatura era eccessiva. Il pandoro è lucido? Nessun problema: con ogni probabilità è stato cotto nei moderni stampi al silicone.
Come testiamo
Questo test ti aiuta a scegliere il pandoro da portare in tavola a Natale. Per trovare qual è il migliore, abbiamo messo a confronto 15 pandori. Gli esperti li hanno esaminati, pesati, analizzati. Ecco cosa siamo andati a verificare:
- Massa burritica. Per legge nell’impasto ci deve essere almeno il 20% di burro. Nel test abbiamo verificato che i pandori contengano proprio questo grasso e il quantitativo, perché più ce n’è meglio è.
- Uova. La legge prevede l’aggiunta sia di uova intere sia del solo tuorlo (il 4% è il contenuto minimo di tuorlo). Nel test abbiamo verificato il quantitativo e premiato quelli più ricchi di uova. Un prodotto in questa prova è stato bocciato.
- Microbiologia. Muffe e lieviti sono i microrganismi che più facilmente si possono sviluppare in questo genere di prodotti. Li abbiamo cercati in laboratorio, valutando anche lo stato di conservazione dei pandori.
- Assaggio. Il test di assaggio è stato fatto sia da semplici consumatori sia da una severa giuria di pasticceri. Questi hanno valutato l’aspetto, esterno e interno, l’aroma e il gusto dei pandori.
una comparazione tra 5 prodotti in commercio sotto i 6 €
(http://imageshack.us/a/img703/579/o0a5.jpg)
(http://imageshack.us/a/img822/7393/fllr.jpg)
(http://imageshack.us/a/img703/5596/szl0.jpg)
una comparazione tra prodotti in commercio da 6 a 12 €
(http://imageshack.us/a/img24/4562/g5gr.jpg)
Dal sito di Altroconsumo