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Festivalbar non si farà...

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garfield:
Alla fine il Festivalbar non si farà. Ad annunciare la cancellazione della famosa kermesse lanciata da Vittorio Salvetti, è stato lo stesso direttore di Italia Uno, Luca Tiraboschi, che ha motivato la scelta parlando chiaramente di problemi organizzativi ed economici. Brutta battuta d'arresto, dunque, per la manifestazione musicale che, nata come gara di juke-box nel 1964, dal 1983 grazie a Mediaset accompagnava le estati degli italiani anche a casa.

Già qualche mese fa lo stesso Tiraboschi aveva dichiarato che il Festivalbar avrebbe dovuto essere ripensato: «deve diventare più evento che manifestazione di piazza estiva. Con la storia che ha resta una risorsa Mediaset. Che diventi il Sanremo di fine estate». Oggi la notizia che la possibilità di veder nascere il nuovo Festivalbar per quest'anno è sfumata. Ma, ci tiene a precisare Tiraboschi, nessuna lite con Andrea Salvetti, il quale, ha già commentato la vicenda parlando di «persone che hanno remato contro», evitando però di fare nomi per scongiurare qualsiasi polemica. Tutto rimandato all'anno prossimo. E chissà che una nuova occasione, a risarcimento di quella mancata quest'anno, non venga data nuovamente a Teo Mammuccari e Lucilla Agosti.

Una cosa così non s'era mai vista in tante edizioni del Festivalbar: due date, quella dell'11 giugno e la prossima del 2 luglio, sono già saltate. Non solo. E' a rischioanche quella, l'ultima, del 5 settembre a Verona. Motivo? Manca il quattrino. E sì che erano stati ingaggiati, nel ruolo di conduttori, la stellina emergente Lucilla Agosti, "laureatasi" a Sanremo, e Teo Mammucari. MotivoP Andrea Salvetti, figlio di Vittorio, lo storico organizzatore della manifestazione, dice che son tutte malignità, ma le voci che girano parlano di difficoltà economiche a coprire i costi dei live nelle piazze. Altri ancora, riferisce il Corriere della Sera, sostengono che Mediaset abbia chiuso i cordoni della borsa all'improvviso.

Per gli addetti ai lavori non è una sorpresa: «La quasi scomparsa del Festivabar ce l'aspettavamo un po' tutti, noi dell'ambiente - dicono al Corriere Povia e Baccini -. Viene data la colpa alla musica e al fatto che non abbia fatto audience soprattutto in tv. La musica viene tagliata, usata per parlarci sopra, non più criticata ma umiliata, consumata in modo troppo scontato, scaricata illegalmente. Facciamo una legge per creare degli spazi intelligentinelle tv, nei live, abbattere i costi dei cd».

Il problema è strutturale. In Italia mancano spazi decenti per la musica dal vivo. Palazzetti dello sport e stadi hanno una pessima acustica e comportano disagi di vario tipo (per capienza di posti i primi o perché inaccessibili durante la stagione calcistica i secondi). Non solo. Ci si mettono pure gli agguerritissimi comitati di cittadini anti-decibel (l'ultimo caso a Milano, dopo il concerto di Springsteen, reo di aver concesso dei bis fuori programma per una ventina di minuti) a protestare e presentare ricorsi, inducendo Vasco e Ligabue a minacciare: «Mai più a Milano». E' possibile che il diritto di 48 cittadini "infastiditi dal rumore", che in una sera d'estate non tollerano un po' di musica finita peraltro prima della mezzanotte, possano mettere in scacco 60mila persone che hanno a loro volta il diritto di andare a un concerto?

Insomma, tra i prezzi dei cd e dei concerti stessi esorbitanti (vogliamo parlare dei diritti di prevendita e dei ricarichi aggiuntivi per chi acquista online?), gli spazi insuffienti e inadatti, i cittadini con la mosca al naso e il sonno leggero, la televisione che cannibalizza gli eventi musicali infarcendoli di spot a più non posso, decisamente l'Italia è rimasta forse un paese di spaghetti, sì, ma di mandolino no di certo.

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