Prezzi carburanti: come resistere con la benzina a 1,50 euro21-01-2011Il prezzo alla pompa della benzina ha in questi giorni superato la fatidica soglia di 1,50 euro al litro. Non accadeva dal 29 luglio 2008, quando l'inflazione galoppava al 4% e il petrolio costava 122 dollari al barile (quasi 78 euro al cambio di allora). Oggi un barile di petrolio costa meno di 99 dollari (con il cambio di oggi meno di 74 euro); ma come è dunque possibile che oggi la benzina costi come allora mentre il petrolio costa ben 4 euro in meno a barile?
Tra i più cari in EuropaResta il fatto che il prezzo industriale della benzina in Italia continua a essere tra i più alti in Europa. Solo in Danimarca e a Malta i prezzi praticati sono più alti che da noi; in Germania il prezzo praticato dalle compagnie petrolifere (le stesse che operano da noi) è più basso dell'8,5%, in Francia del 6,6% e nel Regno Unito del 13,4%. In più occasioni, invano, abbiamo chiesto al Governo di ridurre le accise sul prezzo della benzina, di favorire la concorrenza e di intervenire contro il rialzo speculativo dei prezzi.
Qualche consiglioIn attesa che si muova qualcosa sul fronte istituzionale, i consumatori possono seguire qualche semplice regola per riuscire a risparmiare sul carburante.
* Tanto per cominciare non fare benzina dove capita o dove sei più comodo. La comodità spesso non paga: scegliendo con attenzione il distributore, si può risparmiare fin quasi il 10% sul pieno;
* verifica se nella tua zona esistono distributori indipendenti, ovvero quelli che fanno riferimento a marchi diversi rispetto alle grandi aziende di distributori di benzina: la benzina “non di marca” non è meno buona di quella delle marche più note;
* molto spesso i distributori più convenienti si trovano in prossimità di centri commerciali o al loro interno: quando vai a fare la spesa approfitta anche per fare il pieno;
* molto convenienti sono poi spesso i distributori che, all'interno dei centri commerciali, hanno insegna che richiama quella del centro commerciale stesso;
* verifica, infine, sempre che il prezzo praticato dalla pompa corrisponda a quello pubblicizzato dai cartelloni esposti dal distributore.
Dal sito di Altroconsumo
La lettera di Altroconsumo inviata in settembre al governo:
Raccomandata A.R.
Anticipata via fax
Alla c.a.
Silvio Berlusconi
Ministro dello Sviluppo Economico ad interim
Giulio Tremonti
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Stefano Saglia
Sottosegretario
Ministero dello Sviluppo Economico
E, p.c.
Antonio Catricalà
Presidente
Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
Milano, 14 settembre 2010
Oggetto: carburanti – favorire la concorrenza ed eliminare subito le acciseDa anni tartassati da prezzi dei carburanti molto al di sopra di quelli degli altri Paesi europei in primis a causa del cartello dei petrolieri, in secondo luogo dell’insofferenza degli esercenti ad ogni forma, anche timida, di liberalizzazione della rete di distribuzione e, infine, per il peso enorme della componente fiscale, ora i consumatori italiani dovrebbero accettare anche una serrata di tre giorni delle pompe di benzina anticipata da aumenti speculativi mentre c’è la corsa ai rifornimenti per fare scorta.
Questo non è più accettabile. Quanto sta accadendo ha dell’inquietante, ora basta! Non è vero che i consumatori italiani pagano le inefficienze di un sistema distributivo arrugginito da una sistematica assenza di concorrenza. Al contrario, l’impressione ormai è che i consumatori scontino invece l'assoluta efficienza di un sistema coordinato che garantisce ai petrolieri una posizione di rendita continua, con il benestare del potere politico pro tempore e l'incapacità dell'Antitrust di intervenire, mancando l'evidenza (la pistola fumante ) di un cartello che è comunque sotto gli occhi di tutti.
Per quanto concerne i gestori, diamo il giusto nome alle cose: quello che sta per iniziare non è uno sciopero ma una serrata da parte dei benzinai con l'obiettivo di sbarrare la strada ad ogni benchè minima ipotesi di apertura del mercato nella distribuzione dei carburanti (facilitazione impianti ghost e seria apertura alla grande distribuzione).
Infine, il rialzo speculativo dei prezzi di questi giorni, prima della serrata, mentre c’è una corsa ai rifornimenti da parte dei cittadini è cosa che va oltre le predette questioni antitrust, è materia da codice penale, per la quale chiediamo la massima attenzione da parte dei magistrati e della polizia giudiziaria.
Una cosa il Governo potrebbe farla subito chiamandosi fuori, almeno per la propria parte, dalla vergognosa spartizione della rendita generata da un mercato inefficiente, anticoncorrenziale ed obsoleto. Altroconsumo chiede al Governo di tornare a fare gli interessi dei cittadini eliminando subito le accise istituite dal 1935 al 1980 e introducendo, al fine di finanziare le minori entrare derivanti per lo Stato, una imposta ecologica, carbon tax razionalizzata - pari al 20% del prezzo industriale del carburante, al netto dell’Iva. Tale imposta dovrebbe essere proporzionale e oscillare al variare del prezzo dei carburanti, al contrario delle accise che sono imposte fisse. Qualora il prezzo del carburante dovesse superare un prezzo medio individuato annualmente le aliquote percentuali da applicare dovranno essere specificatamente differenziate per ciascuna tipologia di carburante a seconda delle emissioni di anidride carbonica conseguenti all’impiego del prodotto e non potranno eccedere il 10% del prezzo industriale del carburante stesso, calcolato al netto dell’Iva.
Con i migliori saluti,
Avv. Marco Pierani
Responsabile Relazioni Esterne Istituzionali
Altroconsumo