Autore Topic: La macchina per scrivere...  (Letto 682 volte)

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Offline garfield

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La macchina per scrivere...
« il: Febbraio 16, 2009, 09:51:54 am »
In un'epoca in cui di computer e stampanti non si vedeva ancora neppure l'ombra, nelle vere famiglie anni '70 non poteva mancare la macchina per scrivere, rigorosamente marca Olivetti di colore beige, che si abbinava col telefono a disco, o arancione itterico che faceva pendant col mangiadischi.
Tale prezioso oggettino aveva un peso presunto di circa 15 kg, veniva religiosamente custodito nella custodia di plastica grigia e utilizzato soltanto in casi di estrema importanza quali la bella copia della ricerca sui Sumeri, il verbale della riunione di condominio o il testamento del prozio Beppino.
Il rito della macchina per scrivere comprendeva innanzitutto l'introduzione del foglio nel rullo, operazione che prendeva dai 5 minuti alle due ore e mezza,  perchè il foglio non era mai , e dico mai, diritto, manco a usare il filo a piombo.
Non appena ci si accingeva a scrivere, la leggenda vuole che finisse il nastro e bisognasse sostituirlo, altra operazione complicatissima che terminava con ditate di inchiostro ovunque, dalla tappezzeria alla tovaglia di fiandra del salotto buono. Quando infine, si riusciva ad andare oltre le tre righe scritte ci si accorgeva che c'era una media di 35 errori per riga e si ricorreva al nefasto bianchetto. Ovviamente non sotto forma dei correttori iperprecisi di oggi. Il bianchetto dell'epoca era venduto in boccette con pennello incorporato abbastanza grande anche per affrescare il soffitto. Imutile dire che le correzioni non erano esattamente invisibili. Quello che si dice un lavoretto di fino.
Il momento più agghiacciante in assoluto era però quando servivano più copie del capolavoro e si ricorreva alla carta carbone, l'alternativa casereccia al ciclostile: se la prima copia veniva più o meno decente, la seconda lo era decisamente meno, la terza faceva schifo e la quarta sembrava una copia della Stele di Rosetta. Anche qui, in un tripudio di macchie d'inchiostro ovunque.
A conti fatti, per battere a macchina due pagine, ci volevano in media: due ore, tre risme di carta, un litro di bianchetto, un etto di carta carbone  e una caraffa di camomilla. Bestemmie a piacere.


 
 

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