Autore Topic: Il rally più difficile del mondo: il volto più duro della Dakar  (Letto 835 volte)

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Offline ambarambacicicoco

Il rally più difficile del mondo: il volto più duro della Dakar
Colpisce piloti, spettatori e animali. Il caldo soffocante (oltre 40°) è l'altro nemico.



Incidenti mortali di piloti e spettatori, animali che si trasformano in vittime innocenti, un caldo soffocante con oltre 40 gradi, piloti che perdono cinque chili in ogni tappa ed un clima strano dentro l'organizzazione, sono queste le prime cartoline del rally Dakar 2012. Gia' nella prima tappa tra Necochea ed Energia, nella provincia di Buenos Aires, con soli 57 chilometri cronometrati, la fatalita' si e' presa la vita del motociclista argentino Jorge Marti'nez Boero e quella di due spettatori che sono morti schiantandosi con l'aereo da turismo con il quale seguivano la corsa. E benche' non tutte le sfide risultino tragiche, la Dakar ne produce centinaia ogni giorno.

I limiti del rally piu' difficile del mondo sono sempre sfocati. Lunedi', la seconda tappa tra le citta' di Santa Rosa e San Rafael e' stata ancora piu' pericolosa. Il motociclista argentino Mariano Lorenzetti ha dovuto abbandonare la corsa dopo che un camion che partecipava alla gara ha investito la sua motocicletta. Quasi contemporaneamente, il francese Bruno Da' Costa si e' scontrato con una mucca in mezzo alla strada ed e' finito in ospedale, ma e' fuori pericolo. La sua moto ha preso fuoco dopo l'incidente e il pilota ha dovuto lasciare la competizione. L'animale e' morto sul colpo.

Dopo la mucca e' stata la volta di un cavallo. Il centauro argentino Sergio Cerdera lo ha investito durante la seconda tappa della Dakar ed e' finito in ospedale. Il pilota e' stato ricoverato all'ospedale Schestakow, nella citta' di San Rafael, con traumi multipli e escoriazioni.

Sebbene l'organizzazione non abbia ancora reso noto il totale dei ritiri, in una prima analisi ufficiosa si parla gia' di oltre 30 piloti che hanno abbandonato la corsa, sui 470 che hanno iniziato la traversata due giorni fa a Mar del Plata. Il caldo e' l'altro grande nemico dei piloti: gli oltre 40 gradi di questo lunedi', attesi anche nella tappa tra San Rafael e San Juan, hanno lasciato svariati piloti esausti. Secondo i medici dell'ASO, che organizza la corsa, in una tappa un pilota puo' arrivare a perdere tra quattro e cinque chili, per questo fanno in modo che i piloti non trascurino l'idratazione durante la corsa.

Migliorano poi le condizioni di Sebastien Coue, il centauro francese ricoverato ieri dopo una crisi di ipertermia durante la Dakar. Coue rimane nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Schestakow della citta' argentina di San Rafael. Il francese "e' arrivato in condizioni critiche, in uno stato di ipetermia caratterizzato da una temperatura superiore ai 40 gradi. Era in coma, i parametri erano profondamente alterati", ha spiegato il dottor Armando Dauverne'. Il paziente e' stato idratato e ha ripreso conoscenza. Il pilota e' stato trovato privo di conoscenza tra le dune di El Nihuil, nella provincia di Mendoza. Prima di perdere il controllo della moto, non e' riuscito ad inviare il segnale di allarme ed e' rimasto a lungo privo di sensi sotto il sole, con temperature superiori ai 40 gradi.

E al di fuori della gara, nei campi si sono vissute giornate con un clima interno strano. Come affermano alcuni membri dell'organizzazione che preferiscono rimanere anonimi, c'e' la corsa per prendere posti importanti dell'organizzazione dopo l'allontanamento di persone con una storia dentro l'impresa che organizza il rally. E tuttavia, tutto questo mix nel passaggio lungo l'Argentina e' la cosa piu' soave del rally: tutti sono convinti che il difficile arrivera' in Cile e Peru'. Il cocktail della Dakar e' per pochi.

Fonte TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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