Immobile allargato a colpi di sanatoria, metratura di lusso. Revoca delle agevolazioni


Respinta l’ottica proposta dalla coppia di coniugi che ha acquistato l’immobile, e che chiedeva di conteggiare solo le superfici legittime, quelle cioè realizzate sulla base dell’originaria licenza. I ‘conti della serva’ vanno fatti in maniera concreta: emergono così superfici assolutamente extra large. L’immobile, peraltro con piscina annessa, va catalogato come casa di lusso. 

Il caso
Immobile assolutamente regolare in origine – come da licenza edilizia comunale – ma allargato pian piano a colpi di sanatoria. Risultato? Numeri da capogiro: oltre 260 metri quadrati di superficie utile, piscina scoperta di 80 metri quadrati, e, ciliegina sulla torta, un terreno annesso di oltre 4mila metri quadrati. Numeri che sono sostanza e che rendono legittima la revoca dei benefici fiscali previsti per l’acquisto della prima casa (Cassazione, sentenza 12517/13). Chiarissima la linea seguita dai giudici tributari: conferma della «revoca delle agevolazioni fiscali» concesse a una coppia di coniugi «per l’acquisto della prima casa di abitazione». Vittoria netta, quindi, per l’Agenzia delle Entrate. Su quali basi? Sulla «effettiva consistenza del bene» all’atto dell’acquisto, consistenza che si riassume con una superficie superiore ai 260 metri quadrati, accompagnata da una piscina scoperta e da un terreno annesso. Tutte caratteristiche, sottolineano i giudici, assolutamente acclarate – frutto di «istanze di sanatoria per opere eseguite in difformità della iniziale licenza» – e che conducono ad affermare che l’immobile possiede «le caratteristiche per essere qualificato come bene di lusso». Fatali, quindi, i cartelli di ‘lavoro in corso’ esposti, a più riprese, nel corso degli anni, e il cui metaforico conto viene presentato ora ai coniugi che hanno, ultimi in ordine di tempo, acquistato l’immobile. Per i due coniugi, però, le valutazioni compiute dalla Commissione tributaria regionale sono erronee. Per una ragione semplicissima: nell’ottica delle «agevolazioni fiscali», sostengono – con ricorso ad hoc in Cassazione –, è necessario fare riferimento «alle sole componenti legittime sul piano urbanistico ed edilizio», non anche alle «superfici abusive e, come tali, oggetto di istanze di concessione in sanatoria». Secondo i coniugi, quindi, il «calcolo» della superficie dell’immobile, da loro acquistato come prima casa, va completamente rivisto. E ciò, ovviamente, col chiaro obiettivo di vedere messe in salvo le agevolazioni fiscali loro riconosciute... Questa visione, però, non viene ritenuta accettabile dai giudici della Cassazione, i quali si rifanno, in sostanza, agli aridi numeri, ossia alla metratura effettiva dell’immobile, che, così come certificato anche dai giudici tributari regionali, va catalogato come «casa di lusso», avente «superficie utile complessiva superiore ai 200 metri quadrati» e «come pertinenza un’area scoperta della superficie di oltre sei volte l’area coperta». Assolutamente chiara, comunque, la normativa, secondo cui, ricordano i giudici, «nel calcolo della superficie utile deve computarsi ogni volume, ad eccezione di quelli specificamente esclusi, ancorché privi del requisito dell’abitabilità o della regolarità edilizia». E tale ottica non può essere modifica, come invece richiesto dai due coniugi, perché così si provvederebbe, illegittimamente, «ad ampliare la sfera operativa dell’agevolazione». Assolutamente corretto, quindi, il conteggio dei metri quadrati, così come effettuato già in Commissione tributaria regionale: di conseguenza, è legittimo, e confermato in via definitiva, il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate di revoca delle agevolazioni fiscali concesse alla coppia.


Fonte: www.dirittoegiustizia.it