Autore Topic: Avvistamento a Taranto: nel porto un cucciolo di squalo elefante  (Letto 2749 volte)

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Offline ambarambacicicoco

Avvistamento a Taranto: nel porto un cucciolo di squalo elefante
Si tratta di una delle specie più a rischio






 
Ecco le immagini del cucciolo di squalo elefante, avvistato dalla Guardia Costiera nella rada del porto di Taranto.

Il nome comune, oltre che per le dimensioni, deriva dal fatto che gli esemplari giovani presentano il muso molto allungato, simile a una proboscide; viene chiamato anche cetorino dal nome scientifico che è Cetorhinus maximus. Appartiene alla famiglia Cetorinidi, unico genere e unica specie; la lunghezza massima è di 9-10 m mentre il peso medio di uno squalo elefante di 9-10 m di lunghezza è tra 3.500 e 4.500 kg.

L’esemplare avvistato nelle nostre acque era lungo circa cinque metri. Inconfondibile per la sua grande mole, si presenta di colore grigio, più scuro, fino al bruno-nerastro, sul dorso e con il ventre più chiaro; ha fessure branchiali enormi con lunghissime spine branchiali; lungo muso conico, con bocca enorme e mascelle munite di numerosi piccoli denti; la prima pinna dorsale è alta e triangolare, la seconda pinna dorsale è molto piccola ed arretrata.

Questo grande squalo si nutre di plancton, un insieme di alghe e animali minuscoli. E’ proprio questo tipo di cibo, reperibile in grande quantità e con poco sforzo, a rendere possibile una mole gigantesca, propria di altre specie planctofaghe, dallo squalo balena ai cetacei come balene e balenottere.

Gli squali elefante si nutrono nuotando appena al di sotto della superficie dell’acqua. Tengono la bocca spalancata, lasciando che l’acqua entri nella bocca attraverso le branchie e ne fuoriesca attraverso grosse e lunghe fessure branchiali. Di tanto in tanto, la bocca si chiude, le spine branchiali si assottigliano e lo squalo inghiotte un boccone. In media, lo stomaco di uno di questi pesci può contenere mezza tonnellata tra uova, piccoli di pesci e larve di crostacei.

Per trovare sempre adeguate quantità di plancton compie lunghe migrazioni stagionali, spostandosi in acque più fredde durante la primavera e l’estate. Lo squalo elefante vive solitario o in gruppi anche numerosi e nuota lentamente nelle acque a largo o in quelle costiere con la bocca aperta, raccogliendo plancton. Si può notare perché il muso, le pinne dorsali e la coda sporgono in superficie.

Lo squalo elefante è innocuo per l'uomo ma talvolta può essere pericoloso se attaccato e per la sua mole in acqua c'è da stare comunque attenti: un danno che questo animale può provocare all’uomo sono le abrasioni dovute al contatto con la sua pelle, ruvida come la carta vetrata.

Lo squalo elefante sembra essere attualmente la specie più a rischio tra tutti gli squali ed è stata iscritta nell’elenco delle specie a rischio della IUCN (International Union for Conservation of Nature). Inoltre è stata inserita nella lista delle specie da proteggere ai sensi della Convenzione di Barcellona.

Ancora oggi, tuttavia, diversi squali elefante restano vittime di catture accidentali con attrezzi da pesca quali i palangari, le reti derivanti e quelle a strascico, e le tonnare. Un'altra causa di morte è dovuta alla collisione con le imbarcazioni a motore, che dovrebbero fare molta attenzione a non avvicinarsi troppo agli animali, per non ferirli.
« Ultima modifica: Febbraio 16, 2011, 20:10:19 pm da ambarambacicicoco »

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 

funcool3

  • Visitatore
Re:Avvistamento a Taranto: nel porto un cucciolo di squalo elefante
« Risposta #1 il: Febbraio 16, 2011, 21:10:30 pm »
spero non si mangi troppa diossina...
 


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