Autore Topic: Farmaci prescritti per principio attivo: risparmi per il cittadino [Informativa]  (Letto 1007 volte)

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Offline ambarambacicicoco

Farmaci prescritti per principio attivo: risparmi per il cittadino
30 luglio 2012


Inserito nella "spending review" un provvedimento che obbliga il medico a indicare nelle prescrizioni il principio attivo al posto del nome commerciale del farmaco. Bene, nonostante l'allarmismo di Farmindustria. Per i cittadini resta la stessa libertà di scelta, mentre aumenta la possibilità di risparmiare e si mette un limite alle pressioni indebite delle aziende farmaceutiche sui medici.


Nel quadro della “spending review”, ovverosia dei tagli per alleggerire la spesa pubblica, è stato inserito un provvedimento che obbliga i medici di base a prescrivere i medicinali con il nome del principio attivo, sia la prima volta che prescrivono un farmaco per una terapia cronica; sia quando prescrivono un farmaco per una terapia non cronica ed esistono diversi farmaci equivalenti.
Insomma, non scriveranno più, per fare un esempio, “Aulin”, bensì “nimesulide”. E in farmacia potremo scegliere il farmaco a base di nimesulide che costa meno.

Spending review: Farmindustria protesta, Altroconsumo approva
Alte e immediate le proteste di Farmindustria, che sostiene che il provvedimento “esautori” il medico dalla scelta del farmaco. Ma perché il medico dovrebbe occuparsi della marca, quando quello che conta è il principio attivo? In realtà in questo modo il paziente è incoraggiato a scegliere il farmaco che costa meno, all’interno di quelli con lo stesso principio attivo. Il che si tradurrà, sperabilmente, in un aumento del consumo di generici.
Il cittadino resta comunque libero di continuare a prendere il farmaco di marca, pagando, come oggi, la differenza di prezzo. Da tempo il Servizio sanitario rimborsa soltanto il prezzo del generico: quindi dal punto di vista della libertà di scelta per il cittadino non cambia niente.

Risparmiare sui farmaci, non scaricare la spesa sui cittadini
Si tratta di un buon provvedimento, che Altroconsumo appoggia, da molti punti di vista:
- è meglio spingere il medico a usare il nome del principio attivo e non il nome di fantasia dei farmaci: questo aiuta il paziente a capire che cosa si sta assumendo, diminuisce il rischio di prendere lo stesso principo attivo attraverso farmaci diversi, rende il cittadino più consapevole;
- sono ottimi tutti i provvedimenti che incoraggiano a usare farmaci equivalenti (o generici) al posto dei farmaci di marca: ricordiamo che un farmaco equivalente acquistato in farmacia ha tutte le caratteristiche di sicurezza ed efficacia che hanno i farmaci di marca ed è prodotto e garantito esattamente allo stesso modo;
- sono ottimi i provvedimenti che incidono sulla spesa senza peggiorare la qualità della cura: e utilizzare maggiormente i farmaci equivalenti è certamente uno di questi.
Sorprende la dichiarazione del segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), che sostiene l’inutilità del provvedimento, adducendo il motivo che già ora il Servizio sanitario rimborsa soltanto il prezzo del generico, lasciando il resto ai cittadini. Per la Fimmg risparmiare o scaricare i costi sui cittadini è forse la stessa cosa?
Del resto, i dati parlano chiaro:  nel 2011 i cittadini hanno speso 1.32 milioni di euro tra ticket e quota a carico del paziente in quanto hanno scelto (probabilmente quasi sempre senza un motivo clinico) la specialità di marca invece che il generico . Un aumento del 13.3% rispetto al 2010.
È necessario mettere un freno a questa tendenza.

Dal sito di Altroconsumo
« Ultima modifica: Aprile 13, 2014, 22:05:46 pm da ninfea »

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 

Offline ambarambacicicoco

Farmaci prescritti per principio attivo: le lobby vincono
« Risposta #1 il: Luglio 31, 2012, 14:08:35 pm »
Farmaci prescritti per principio attivo: le lobby vincono, la spesa si scarica sui cittadini
31 luglio 2012   

                                                                                                   
Le lobby del farmaco sono riuscite a prevalere sugli  interessi dei cittadini. A causa di un nuovo emendamento inserito nella  "spending review" il medico non è più obbligato a indicare nelle prescrizioni il principio attivo al posto del nome commerciale del  farmaco, ma può indicarli entrambi. La quota del prezzo dei farmaci a  carico dei cittadini (già +13% nell’ultimo anno) è destinato ad aumentare.

Nel quadro della “spending review”,  ovverosia dei tagli per alleggerire la spesa pubblica, era stato inserito un provvedimento che obbligava i medici di base a prescrivere i  medicinali con il nome del principio attivo, come si fa da sempre in  altri paesi europei, sia la prima volta che prescrivono un farmaco per  una terapia cronica; sia quando prescrivono un farmaco per una terapia  non cronica ed esistono diversi farmaci equivalenti.
Insomma, non  avrebbero dovuto più scrivere, per fare un esempio, “Aulin”, bensì  “nimesulide”. E in farmacia avremmo potuto scegliere il farmaco a base  di nimesulide che costa meno.

Le lobby del farmaco hanno avuto la meglio
Alte  e immediate le proteste di Farmindustria, che sostiene che il  provvedimento “esautori” il medico dalla scelta del farmaco. Ma perché  il medico dovrebbe occuparsi della marca, quando quello che conta è il  principio attivo? In realtà in questo modo il paziente sarebbe stato  incoraggiato a scegliere il farmaco che costa meno, all’interno di  quelli con lo stesso principio attivo. Il che si sarebbe tradotto,  sperabilmente, in un aumento del consumo di generici.
Ma le proteste  di Farmindustria e dei sindacati dei medici hanno prevalso: i medici  continueranno a poter prescrivere i farmaci con il nome commerciale. E i  cittadini, purtroppo, saranno indotti a pagare per avere proprio  quello. 
Del resto, il segretario della Federazione dei medici di  famiglia (Fimmg) aveva sostenuto l’inutilità del provvedimento,  adducendo il motivo che già ora il Servizio sanitario rimborsa soltanto  il prezzo del generico, lasciando il resto ai cittadini. Per la Fimmg  risparmiare o scaricare i costi sui cittadini è evidentemente la stessa  cosa.

Risparmiare sui farmaci, non scaricare la spesa sui cittadini
Avevamo appoggiato il provvedimento, apprezzabile da molti punti di vista.
-  È meglio spingere il medico a usare il nome del principio attivo e non  il nome di fantasia dei farmaci: questo aiuta il paziente a capire che  cosa si sta assumendo, diminuisce il rischio di prendere lo stesso  principo attivo attraverso farmaci diversi, rende il cittadino più  consapevole.
- Sono ottimi tutti i provvedimenti che incoraggiano a  usare farmaci equivalenti (o generici) al posto dei farmaci di marca:  ricordiamo che un farmaco equivalente acquistato in farmacia ha tutte le  caratteristiche di sicurezza ed efficacia che hanno i farmaci di marca  ed è prodotto e garantito esattamente allo stesso modo.
- Sono ottimi  i provvedimenti che incidono sulla spesa senza peggiorare la qualità  della cura: e utilizzare maggiormente i farmaci equivalenti è certamente  uno di questi.

Attiviamoci e insistiamo per avere il generico
Se  lo Stato non riesce a difenderci, difendiamoci da soli! I farmaci  generici sono garantiti, efficaci e sicuri quanto gli altri,  rifiutiamoci di spendere più soldi per avere la stessa cosa.
- Chiediamo sempre al medico di prescriverci un farmaco generico.
- In farmacia, chiediamo sempre al farmacista di darci l’equivalente più economico.
- Usiamo la banca dati di Altroconsumo per trovare i farmaci più economici.


Dal sito di Altroconsumo

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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