Autore Topic: Bullismo: genitori, che fate? [Informativa]  (Letto 551 volte)

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Offline ambarambacicicoco

Bullismo: genitori, che fate? [Informativa]
« il: Settembre 18, 2012, 14:13:50 pm »
Bullismo: genitori, che fate?
18 settembre 2012


Gli adulti faticano a fronteggiare le difficoltà dei figli, vittime delle angherie dei coetanei. Ecco cosa sapere e come muoversi. Anche il web può essere veicolo di persecuzioni e offese.


Segnali da non sottovalutare

Fisico o verbale, provocatorio o scanzonato, occasionale o reiterato, l’essere presi di mira ferisce sempre. Quando dagli scherzi si passa a un accanimento costante e prolungato, che condiziona la vita quotidiana di bambini e adolescenti, quasi sempre in qualche modo fragili, si parla di bullismo: cioè di dinamiche di violenza fisica e verbale con ripercussioni pesanti. Un fenomeno, a quanto emerge da questa inchiesta, piuttosto diffuso: è pari al 41% il numero di bambini italiani coinvolti in qualche forma di bullismo. Ma gli sberleffi, gli spintoni, gli insulti, l’isolamento forzato e via dicendo non riguardano solo le aule e i corridoi; lo stesso può accadere nel cortile di casa, in palestra e online: in questo caso si parla di cyberbullismo, una forma di discriminazione virtuale, che riguarda le nuove generazioni, i nativi digitali appunto. Secondo una recente indagine Eurispes, il cellulare è un altro modo per diffondere calunnie e pettegolezzi.

I genitori sono in difficoltà
L’aspetto più rilevante che emerge dall’inchiesta è che tra gli adulti c’è una conoscenza approssimativa del bullismo e anche una certa difficoltà ad affrontare il problema. Un italiano su quattro lo rinnega del tutto: “Il bambino vittima di soprusi in qualche modo se li è meritati” è la risposta data o, più di frequente, “si tratta di esperienze che rafforzano il carattere”. Poi, però, la metà del campione considera i genitori i principali responsabili del problema. Ma questo, come ci spiega nell’intervista Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra esperto di problemi dell’adolescenza, è solo in parte vero. Ad alimentare il bullismo sono spesso una serie di fattori concomitanti. In definitiva, gli adulti (e quindi i genitori) sono rassegnati e scoraggiati e in fondo considerano il bullismo come un normale passaggio della crescita. In particolare, le persone più anziane lo considerano “una cosa naturale”. Questo, però, significa sottovalutare un problema che invece può condizionare molto l’età dello sviluppo.

Come aiutare i figli
Cercate di ripristinare la sua autostima, facendogli complimenti ed elogiandolo. Bisogna rassicurarlo sul fatto che il suo non è un caso isolato, ma un evento comune tra gli studenti. Non istigate vostro figlio a rispondere con la stessa moneta ai bulli che lo tormentano, piuttosto insegnategli alcune strategie per difendersi:
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  • stare soli il meno possibile (a scuola, sulla strada di casa...) è molto utile;
  • gli amici sono testimoni preziosi e possono aiutare a denunciare alle maestre eventuali aggressioni;
  • è meglio non reagire alle provocazioni, i bulli cercano proprio una risposta. Ignorare gli sberleffi può inibire il gioco.
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Cercate il supporto degli insegnanti, che più di voi possono essere testimoni dei disagi degli studenti. Gli insegnanti possono collaborare con le famiglie per individuare i segnali più o meno sommersi. È importante parlarne a scuola, per favorire la mentalità del rispetto e della solidarietà fra i ragazzi. Ci sono istituti che organizzano programmi utili a riguardo, spiegando agli studenti il problema. Infine, se le ripercussioni psicologiche sulla vittima sono importanti, può essere utile rivolgersi a uno psicologo.

Come riconoscere il problema
Alcuni segnali possono aiutare a riconoscere il problema. Ecco quando insospettirsi:
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  • vostro figlio improvvisamente non ha più voglia di andare a scuola né di essere accompagnato;
  • scoprite che salta spesso la merenda perché “l’ha persa” o “l’ha dimenticata”;
  • l’umore del vostro bambino cambia vistosamente, diventa molto introverso, perde gli amichetti, perde stima in sé stesso e manifesta sempre meno capacità di difendersi;
  • vi accorgete che ha graffi o lividi, oppure trovate strappi nei vestiti.
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Di fronte a tali segnali è necessario parlare con vostro figlio. Se confessa di essere vittima di soprusi dovete cercare di garantirgli tutto il supporto possibile.

Dal sito di Altroconsumo
« Ultima modifica: Aprile 13, 2014, 21:44:30 pm da ninfea »

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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