Autore Topic: Mutui: inaccessibili ai precari [Consumatore]  (Letto 648 volte)

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Offline ambarambacicicoco

Mutui: inaccessibili ai precari [Consumatore]
« il: Marzo 14, 2012, 19:13:27 pm »
Mutui: inaccessibili ai precari
14 marzo 2012


Finanziamento negato nelle filiali milanesi di sette diverse banche. Richiesta di garanzie e di polizze obbligatorie. Per una coppia di giovani con contratto di lavoro a progetto ottenere un mutuo è quasi impossibile.

In Italia si accendono sempre meno mutui. Il motivo è semplice: le banche, per tutelarsi da eventuali insolvenze, chiedono sempre più garanzie. Prima fra tutte quella del posto fisso. Peccato, però, che oggi i contratti di lavoro a tempo indeterminato non esistano quasi più.

La nostra indagine nei panni di una coppia di precari
Abbiamo letteralmente fatto il giro di alcuni dei principali istituti di credito italiani per vedere come si comportano le banche quando a chiedere un mutuo è una coppia sposata di trentenni. Marito e moglie non hanno figli, un reddito complessivo di 3 mila euro netti mensili e contratti di lavoro co.co.pro. Il finanziamento richiesto è di 200 mila euro per una casa che ne costa 265 mila, da rimborsare in 25-30 anni.

Garanzie e polizze obbligatorie gli ostacoli maggiori
Nessuna banca dice “no” categoricamente ma tutte mettono paletti e ostacoli come la richiesta di un garante e la sottoscrizione di un’assicurazione sul mutuo. Due istituti, Unicredit e Ubi Banca, rendono la polizza obbligatoria per un costo, rispettivamente, di 15 mila euro e di quasi 18 mila euro. Le altre la “consigliano fortemente ai fini dell’approvazione”. Queste assicurazioni non sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi e generano un conflitto d’interessi. Le banche, infatti, oltre ad essere intermediarie (incassando una consistente commissione sul premio versato) sono anche beneficiarie. Comportamento che l’Isvap, organismo di controllo delle assicurazioni, ha più volte cercato di scoraggiare con appositi regolamenti.

La risposta delle banche
Il consulente della filiale Barclays alla quale ci siamo rivolti ci dice che ormai l’istituto ha delegato a una sede centralizzata tutte le pratiche che riguardano i mutui. Secondo lui, però, nel caso specifico non dovrebbero esserci problemi per l’approvazione perché possiamo offrire delle garanzie (date dal contratto di lavoro a tempo indeterminato dei genitori). Rilasciamo quindi i nostri dati per essere ricontattati, ma non veniamo mai richiamati. Ing Direct è la banca più rigida: si limita a rimandarci al sito dove compilare un format per la preapprovazione. Ubi Banca ci fa chiaramente capire che il contratto a progetto potrebbe essere un problema mentre il Banco Popolare dichiara di poterci dare solo il 70% del valore dell’immobile (e non l’80% come è di prassi). Nessuna delle banche rilascia una copia del contratto, neanche eventualmente modificabile. Tutte pretendono maggiori dettagli o preapprovazioni. Ad eccezione della Monte Pachi di Siena, nessuna rilascia il modulo Esis, ossia il prospetto informativo europeo standardizzato che consente di confrontare le varie offerte. Solo Ubi Banca e Banco Popolare ci consegnano un documento sintetico non standardizzato.

Dal sito di Altroconsumo
« Ultima modifica: Aprile 18, 2014, 23:19:18 pm da ninfea »

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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