Autore Topic: Trent'anni fa la prima emoticon, la felicità espressa in tre puntini  (Letto 274 volte)

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Offline ninfea


Ne esistono decine, raffigurano stati emotivi, animali e oggetti, e sono diventate componenti fondamentali dell'espressione legata alla parola digitale


Felicità, tristezza o complicità, bastano tre punti per esprimere un'emozione.
Trent'anni fa, dalla sua camera alla Carnegie Mellon University,  l'allora studente Scott Fahlman inviò la prima emoticon in un forum di discussione universitario.

Lo studente suggerì ai suoi compagni un modo convenzionale per distinguere i messaggi positivi da quelli negativi, attribuendo il simbolo  :-) ai primi e il :-( ai secondi.
In realtà, Fahlman, non è stato il primo utilizzatore delle faccine, ma la nascita del simbolo è attribuita a lui in quanto prima persona ad utilizzarlo pubblicamente.

Comunicare non significa esclusivamente parlare. I gesti, gli sguardi, le espressioni, il tono della voce, sono una componente fondamentale che può attribuire diversi significati alla stessa parola.
Con l'avvento dell'era informatica e dello scrivere dietro uno schermo, gli individui hanno subito avvertito la necessità di trovare metodi che potessero esprimere il proprio stato d'animo accanto alle parole digitate. La necessità di comunicare le emozioni, affonda le radici addirittura all'epoca del telegrafo, quando per mandare affetto a un caro lontano si utilizzava  l'abbreviazione del codice morse 73, che poi diventò 88, per indicare "love and kisses".

Tra gli utilizzatori di emoticons del '900 troviamo celebri personaggi che hanno ben saputo giocare con le parole, ma che accanto a quelle parole hanno avvertito l'esigenza di una contestualizzazione emozionale.  Luigi Pirandello,  utilizzò i due accenti circonflessi ^^ per descrivere le sue sopracciglia corrugate e il giornalista americano Ambrose Bierce, già nel 1912 utilizzava il simbolo \_/ per esprimere il suo sorriso.
Negli anni '60 fu poi il turno della spilletta trasmetti emozione, quando l'artista Harvey Ball inventò il famoso bottone giallo con due punti e una parentesi per rappresentare la felicità.

La prima emoticons documentata e impiegata in maniera convenzionale resta però quella di Fahlman. Dalle sue prime proposte, l'utilizzo delle faccine si diffuse in tutta la rete Arpanet, diventando una vera e propria corsa all'esprimersi in 3 puntini.
L'ingresso nella vita quotidiana degli sms e dei social network hanno poi contribuito alla diffusione mondiale di questo fenomeno, del resto, come si può spiegare in maniera più chiara l'emozione che si sta provando mentre si è nascosti dietro uno schermo?

:applausi:
                                  
 


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