Autore Topic: In primavera sboccia il giardinaggio sostenibile  (Letto 354 volte)

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Offline ninfea

In primavera sboccia il giardinaggio sostenibile
« il: Maggio 09, 2012, 23:59:09 pm »

Anche il giardinaggio diventa verde. Non è solo un gioco di parole:orticoltura e floricoltura amatoriali e professionali, infatti, si stanno lentamente muovendo verso la sostenibilità. La tendenza è iniziata da qualche anno e questa primavera, da Nord a Sud, sarà uno sbocciare di eventi, fiere e incontri dedicati all’argomento. Per iniziare, Floracult, che si apre oggi a Roma, nella bella cornice de I Casali del Pino (l’azienda agricola dell'eco-stilista Ilaria Venturini Fendi), e poi Flor '12, in programma a Torino dal 25 al 27 maggio, «una vera e propria fioritura culturale della città» nel contesto della nuova manifestazione Fiori-TO (http://www.fiori-to.it/ ) e dello Smart City Festival "Città Visibili" ( http://www.torinosmartcity.com/ ). Eventi che, pur nella loro diversità, condividono un comune denominatore: invitare i visitatori a sporcarsi le mani di terra e riscoprire la bellezza delle piante, ma anche l'importanza di non coltivarle con veleni chimici.

«In questo luogo convertito al biologico – racconta Ilaria Venturini Fendi – ho convertito anche me stessa cercando di mettere salde radici nella terra, grazie alle quali sono tornata ad un progetto di design basato sul riuso di materiali con un interesse e una passione che avevo perso. Ora sono a mio agio nell’equilibrio di questo doppio ruolo. Ho accettato con entusiasmo questa iniziativa di Antonella Fornai (ideatrice dell'evento, ndr) perché per I Casali del Pino è una diversa opportunità di aggregazione e di contatto con la natura da offrire a tutti. E’ stato bello e stimolante entrare nel suo mondo, dove curare un giardino può aiutarci a trovare un approccio diverso al nostro sistema di vita». Un’opportunità che, fino a domenica 29 aprile, sarà offerta a  tutti i visitatori, attraverso una grande mostra mercato con piante rare, presentazioni di libri, performance teatrali: «Vivaisti produttori e colti collezionisti di piante insolite e rare incontreranno non solo esperti del mondo vegetale, ma anche un pubblico di curiosi neofiti pronti a convertirsi al giardinaggio. C’è di sicuro tutto il tempo per riflettere e scegliere, facendosi guidare dai propri desideri e dai consigli di chi ha una lunga esperienza sul campo», spiega Antonella Fornai, esperta paesaggista, giardiniera e ideatrice di Floracult.
 

Fiori-TO, organizzato dall’Assessorato all’Ambiente della Città di Torino e dalla Fondazione Torino Smart City ( http://www.torinosmartcity.it/ ), nell’ambito dello Smart City Festival, sarà invece una manifestazione diffusa, che porterà le piante e i temi dell’agricoltura e del verde urbano nelle strade e nelle piazze del capoluogo piemontese. Diverse le iniziative, tutte gratuite, per riflettere sulla sostenibilità ambientale e la  vivibilità dello spazio urbano: «La manifestazione, che si svolgerà nel centro di Torino, tra Piazzale Valdo Fusi e il tratto pedonale di via Carlo Alberto, conterrà tre eventi complementari: il  2° Workshop Nazionale IMAGE – Incontri sul Management della Green Economy, dedicato quest'anno al tema "Verso la nuova PAC: agricoltura e sistema alimentare", la rassegna di orticoltura e florovivaismo Flor '12 e il convegno “Agricoltura Urbana”, organizzato dal Dipartimento Colture Arboree dell'Università di Torino, che darà vita anche ai laboratori pratici “Orti e frutteti in città”», spiegano gli organizzatori. La stessa Flor, racconta la giornalista ed esperta di giardinaggio sostenibile, Mimma Pallavicini, dell'Associazione Nuova Società Orticola del Piemonte, che cura la rassegna, «non sarà una semplice mostra-mercato. Ci saranno vivaisti di alta gamma, che non producono le piante in batteria, ma vanno sempre a cercare le novità e le rarità, con una particolare attenzione alla biodiversità. Vorremmo che, con questa iniziativa, Torino diventasse un polo all’avanguardia, in Italia, nel ricordare alla gente il valore e l’importanza delle piante, considerando anche che da queste parti è nato Slow Food».
 

La sostenibilità dell’orticoltura e della floricoltura sarà dunque uno dei temi comuni al centro degli eventi di Roma e di Torino, perché anche il giardinaggio, ultimamente, inizia a percepire questa esigenza, «evolvendosi da coltura a cultura»: «Le tendenze in atto sono due: da una parte, si sta affermando l’idea dell’edible landscaping, le piante commestibili usate anche come ornamenti; dall’altra, si preferiscono piante che hanno bisogno di meno acqua e che non necessitano di sostanze chimiche». A Floracult, il focus di quest’anno è proprio sull’acqua: «Alcuni espositori ci mostreranno come creare giardini consumando poca acqua, con piante adatte a luoghi siccitosi, che assicurano il successo con una manutenzione minima».
 

Chi volesse invece cimentarsi in un edible landscaping ecologico e casereccio, può iniziare dalle piante aromatiche, belle, profumate e poco esigenti, possibili da coltivare anche senza chimica. Come dimostrano i Fratelli Gramaglia, che nel loro vivaio di Collegno (Torino) ne coltivano tantissimi esemplari, dal timo alla menta, dall’origano al peperoncino, usando solo sostanze naturali: «Siamo stati tra i primi a raccogliere la sfida di mettere al bando la chimica, e oggi rappresentiamo la prova evidente che questo è possibile. Proprio in tema di edible landscaping, al Fuori Salone del Gusto 2010 abbiamo realizzato il progetto L’orto: un giardino che si mangia, con ortaggi ed erbe aromatiche coltivate in tante cassette colorate», raccontano Marco e Paolo Gramaglia.
 

Sulla scia di esperienze come questa, molti vivaisti hanno nel cassetto un progetto ambizioso: «Creare una certificazione che renda conto dell’impatto ambientale della coltivazione delle piante. L’idea – racconta Giustino Ballato, tra i curatori di Flor – è partita da Pistoia, zona molto inquinata per via della grande produzione di alberi e arbusti, prendendo spunto da quanto è accaduto a Boskoop in Olanda: qui, i canali erano talmente inquinati che l’acqua non si poteva più riutilizzare in nessun modo. I vivaisti hanno dovuto autoregolarsi e bandire certi prodotti chimici».
 

Alcuni accorgimenti possono già essere adottati anche dagli hobbisti del giardino, a partire dai semi biologici non ogm. «È consigliabile – spiega Mimma Pallavicini – usare il terriccio fatto da soli e concimare con il compost urbano. Per arricchire il terreno, al posto di composti chimici, si può puntare sull’associazione di piante: le leguminose, per esempio, danno azoto alla terra e di conseguenza fanno crescere bene altre piante, come l’insalata».

                                  
 


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