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Offline ambarambacicicoco

Medicina: sanità, i cittadini non sono tutti uguali
« il: Aprile 04, 2012, 14:30:11 pm »
Medicina: sanità, i cittadini non sono tutti uguali
Disparità di trattamento e adesione alle cure, questioni scottanti

di Maurizio Righetti

La disparità di trattamento fra cittadini in tema di sanità è in Italia una realtà. E le competenze sulla materia riservate alle Regioni, per espresso dettato costituzionale, se da un lato dovrebbero spingere al circolo virtuoso della spesa commisurata alla qualità e al contenimento degli sprechi, finiscono nei fatti per accrescere le differenze strutturali e nell’erogazione dei servizi fra le varie zone del Paese. Resta che, al di là degli squilibri da correggere, il sistema sanitario italiano è uno dei migliori del mondo.

La tenuta dei conti pubblici, una difficoltà in più per il settore
In questo ultimo periodo, la Sanità rappresenta uno dei settori in cui il governo e le amministrazioni regionali sono maggiormente intervenuti per assicurare la tenuta dei conti pubblici. I forti disavanzi accumulati e la difficoltà ad individuare una precisa governance del settore, con sovrapposizioni e indeterminazioni nelle competenze a livello nazionale e locale, stanno anche’essi impattando significativamente sulla possibilità di garantire uguali livelli di assistenza sul territorio: in alcune realtà geografiche, i cittadini si trovano addirittura a non poter usufruire delle terapie e dei servizi sanitari che spettano loro. Di tutto questo si è discusso a Roma, nella sede della Camera dei Deputati di Palazzo Marini, durante la Tavola Rotonda “Sanità Oggi, Organizzazione, risorse e diritto alla Salute”, organizzata da Cosmec e promossa da Merck Serono, con la presenza di esperti del mondo della salute, giuristi e rappresentanti del mondo dell’associazionismo e delle istituzioni.

Antonio Gaudioso (Cittadinanzattiva): “Sono a rischio i livelli essenziali di assistenza”
Antonio Gaudioso, Vice segretario generale di Cittadinanza Attiva/Tribunale dei diritti del malato si è soffermato proprio sul rischio concreto di non poter garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea) in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale e per tutti i cittadini italiani. “Non è ammissibile – ha commentato - che i cittadini residenti nelle aree geografiche più colpite da cronici dissesti finanziari, corrano il rischio di non vedersi riconosciuti i propri fondamentali diritti. Certamente i Lea devono sapersi coniugare con le esigenze dei bilanci regionali, ma non a costo di sacrificare il rispetto della tutela del diritto alla salute di tutti i cittadini, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione e dagli obiettivi del Piano sanitario nazionale e di quelli regionali.”

Stefano Cianfarani: “Aderire alle terapie è un dovere che genera risparmi per i cittadini e per il sistema”
“L’accesso ai trattamenti e alle terapie farmacologiche rappresenta un bene inderogabile - ha dichiarato Stefano Cianfarani, Professore Associato di Pediatria, Università di Roma Tor Vergata e Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - tuttavia il contesto politico sanitario, aggravato da una domanda crescente di salute dovuta all’invecchiamento della popolazione, non può esimere i cittadini dall’adottare dei comportamenti corretti per contribuire al risanamento del Sistema Salute. In un contesto di riduzione della spesa sanitaria, l’aderenza alla terapia da parte del paziente costituisce un dovere che genera valore: oltre che per il paziente stesso, anche e soprattutto, per l’intero Sistema Salute, che evita così inutili sprechi di risorse pubbliche e quindi di aggravi in termini di costi”. L’uso corretto dei farmaci, infatti, può determinare risparmi per il Sistema Sanitario Nazionale riducendo il rischio di malattie invalidanti, evitando interventi chirurgici non necessari e rallentando la degenerazione o attenuando i sintomi di alcune malattie tipiche dell’invecchiamento. E ancora, accorciando i tempi di ospedalizzazione o, nel caso di patologie croniche, evitando il ricovero ospedaliero.

Un giorno di ricovero costa mille euro al Sistema sanitario nazionale
Basti pensare che un giorno di ricovero in ospedale costa al Servizio sanitario nazionale (Ssn) circa 1.000 euro, cioè più di 5 volte la spesa pro-capite per assistenza pubblica per medicinali in farmacia. Secondo una recente indagine presentata da Farmindustria, infatti, il costo annuo di 6,3 Miliardi sostenuto dal Ssn per l’uso di farmaci per patologie croniche come malattie cardiovascolari, respiratorie, depressione ed Alzheimer, si traduce in un beneficio di 6,1 Miliardi di Euro/anno (minore ospedalizzazione, interventi chirurgici non necessari, rallentamento degenerazioni) e in un risparmio di 5.6 Miliardi di Euro/anno in termini di minori giorni di lavoro persi e minore spesa per assistenza sociale. Nel dibattito sono intervenuti, tra gli altri: Mario Zanchetti, Professore Ordinario di Diritto Penale presso l’Università “Carlo Cattaneo” Liuc; Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia e Management Sanitario presso la Facoltà di Economia dell'Università di Roma "Tor Vergata"; Paolo Marchetti, Direttore Dipartimento di Oncologia IDI/S. Andrea Roma; Giovanni Monchiero, Presidente Fiaso (Federazione Aziende Sanitarie).

Fonte TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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