Autore Topic: L'allarme di Confindustria: "L'Italia soffre, l'industria è a rischio"  (Letto 313 volte)

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L'allarme di Confindustria: "L'Italia soffre, l'industria è a rischio"
Il manifatturiero va peggio di Brasile e Corea del Sud

Serve un "progetto Paese" per tornare a crescere economicamente. Lo sottolinea il Centro Studi di Confindustria in un report presentato dal nuovo vicepresidente Fulvio Conti. Secondo il documento "l'Italia soffre, è lenta e l'industria è a rischio". Si rileva inoltre come la produzione manifatturiera nel nostro Paese sia scivolata dal 5° all'8° posto, dopo India, Brasile e Corea del Sud perdendo quote dal 4,5% al 3,3%. Per questo Conti evidenzia la necessità di puntare a una strategia d'insieme sul fisco e sugli investimenti.

Il Centro Studi di Confindustria sollecita dunque il governo su una strategia di provvedimenti che punti "ad innalzare la capacità di innovare, leva principale della competitività di un sistema-paese" che nel manufatturiero ha il suo cuore pulsante, per la quale "servono massicci investimenti". Il riferimento è a una politica industriale moderna simile a quella messa in campo dai paesi avanzati ma anche da quelli emergenti "dotati di una visione chiara e di un disegno coerente nel tempo".

Gli economisti di Confindustria rilevano i "difetti" che tali politiche devono evitare: "la dispersione e l'accavallamento delle iniziative; la moltiplicazione di enti erogatori, programmi, obiettivi e strumenti; scarsità delle analisi di impatto e di costi benefici prima, durante e dopo gli interventi; "cattura" delle autorita' da parte delle lobby; utilizzo elettoralistico dei fondi". Difetti da cui, appunto, dice il Csc, sono rimasti immuni Germania, Usa, Giappone e le economie dell'est asiatico.

Nel rapporto, poi, si sottolinea come le imprese italiane denuncino un "alto grado di inerzia": tra il 2000 ed il 2010 la quota di aziende che non ha accresciuto la propria dimensione è stato pari al 66% del complesso delle imprese. Soltanto il 16% infatti e' riuscito ad 'ingrandirsi' mentre la crisi ha costretto ad un 'ridimensionamento' il 18% delle imprese.

Luca Paolazzi, capo economista del centro studi di Confindustria, ha inoltre commentato le conseguenze economiche del sisma in Emilia: "Una botta micidiale alla nostra competitività. Una ciliegina amara sulla nostra torta". Ad essere stata colpita è infatti "un'area ad altissima vocazione manufatturiera e cruciale per lo sviluppo del paese, rendendolo se possibile ancora piu' impegnativo", si legge nel report sugli scenari industriali presentato oggi.

Fonte TelevideoRAI

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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