Autore Topic: Gli animali e l'arrivo dei terremoti  (Letto 1005 volte)

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Offline ninfea

Gli animali e l'arrivo dei terremoti
« il: Marzo 20, 2011, 15:11:38 pm »
   
CESARE PIERBATTISTI *
Gli animali possono prevedere le catastrofi ambientali? La domanda ce la siamo posta tutti prima o poi ed il terribile terremoto in Giappone rende attualissimo l’interrogativo. Già nel più lontano passato storici e filosofi attribuivano agli animali la capacità di prevedere con ore o giorni di anticipo terremoti, inondazioni e altri eventi naturali.

Anche in tempi più recenti molti serissimi scienziati si sono occupati del problema ed in alcuni casi pare ci siano prove concrete di questo dono. Pare, ad esempio, che sia dimostrata la inspiegabile scomparsa dei rospi in amore nella zona de L’Aquila pochi giorni prima che si verificasse il disastroso terremoto che l’avrebbe devastata. Numerose sono poi le segnalazioni di cani e gatti che avrebbero, con la loro anomala agitazione, preavvisato i fortunati proprietari dell’imminenza di un evento catastrofico ed è proverbiale la propensione dei topi ad abbandonare la nave destinata ad affondare.

Ad essere sinceri esistono poche prove scientifiche che confermino con certezza le doti di preveggenza degli animali, c’è chi sostiene che si tratti di una sorta di «sesto senso», chi dice che possano, grazie ad una maggiore sensibilità, percepire le vibrazioni anomale del terreno o le modificazioni del campo magnetico. Sono convinto che gli animali possiedano doti particolari, ma devo confessare che i miei cani nel 1982 non diedero brillante prova delle loro capacità. Vivevamo in quel tempo a Trana, in Val Sangone, dove talvolta, anche se fortunatamente con poca convinzione, la terra trema.

Una notte fummo svegliati da un boato, accesi la luce e guardai istintivamente il lampadario che ondeggiava in modo alquanto evidente. Andai alla finestra e vidi che nelle case circostanti le luci si erano accese ed i cani abbaiavano, gli unici che continuavano a dormire come angioletti ai piedi del letto erano i miei due che si limitarono ad alzare lo sguardo come per dirmi «ma cosa fai in piedi a quest’ora?». Naturalmente sperai che non fossero gli unici cani al mondo incapaci di prevedere un terremoto e mi convinsi che erano talmente preveggenti da sapere che non sarebbe stato pericoloso.

* Presidente Ordine dei veterinari di Torino
 
                                  
 


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