Attenzione alle telefonate private fatte dall’ufficio, perchè possono far perdere il posto di lavoro. Secondo la Cassazione (sentenza 5371/12) troppe chiamate private ledono il rapporto fiduciario con l’azienda se vengono fatte da chi svolge un’attività che richiede particolare attenzione.
I fatti
La Suprema Corte ha giudicato legittimo il licenziamento inflitto ad un addetto alla sorveglianza all’ingresso di un presidio ospedaliero per avere fatto in tre giorni svariate telefonate di almeno un’ora ciascuna. Nel ricorso, il dipendente in Cassazione aveva detto che con i controlli effettuati era stata lesa la sua privacy, ma la Cassazione ha replicato che «è stato conferito giusto risalto al tipo di attività svolta dall’addetto alla sorveglianza all’ingresso del presidio ospedaliero, che richiede particolare attenzione per evitare il rischio di intrusioni di soggetti non autorizzati, eventualmente pericolosi, in un ambiente quale quello ospedaliero, evidenziandosi anche il pregiudizio rispetto alla perdita di future commesse da parte della società che aveva in appalto il servizio». Non importa se «analoga inadempienza, commessa da altro dipendente, sia stata diversamente valutata dal datore di lavoro». Quel che conta è il ruolo che il dipendente riveste. L’azienda ospedaliera aveva controllato i tabulati: le chiamate coincidevano con i turni del lavoratore, quindi l'Istituto di vigilanza dal quale dipendeva lo aveva licenziato.