Autore Topic: DOPO 161 GIORNI DI LOCKOUT Ora c'è la firma, l'Nba può ripartire  (Letto 953 volte)

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Offline ninfea


Tilt mercato: salta l'affare Paul-Lakers

Giocatori e proprietari ratificano il nuovo contratto collettivo:via ai trasferimenti. Ma è subito giallo, stoppato il maxi-scambio che coinvolgeva la stella Hornets: «Era un regalo per Los Angeles»

I proprietari delle franchigie Nba e i giocatori hanno ratificato il nuovo contratto collettivo decennale: il lockout è ufficialmente finito dopo 161 giorni e il basket a stelle e strisce può ripartire. Il campionato 2011-2012 scatterà il 25 dicembre. «Il Board of Governors ha ratificato il nuovo accordo collettivo e il nuovo piano decennale di ripartizione delle risorse», ha detto David Stern, commissioner della lega.

L’intesa, che prevede una clausola di uscita dopo la sesta stagione, è stata approvata da 25 proprietari su 30. Più di 200 giocatori hanno votato e i sì hanno raggiunto l’86%. Il contratto, ha aggiunto Stern, «ci porterà ad un miglior modello di business e ad una lega più competitiva. È un accordo corretto, con molti compromessi» accettati «da entrambe le parti. Non è perfetto, ma risolve questioni significative in maniera estremamente soddisfacente». La fumata bianca ufficiale consente la ripresa delle attività: oggi aprono i training camp delle squadre e possono formalmente cominciare le trattative per l’ingaggio dei free agent, i giocatori svincolati.

Il contratto prevede la divisione al 50% del Basketball-related income (Bri), le risorse complessive. La quota dei giocatori, che secondo il precedente accordo ricevevano il 57% della torta, può crescere fino al 51% o scendere fino al 49% in base all’andamento del business generale. Il salary cap, il monte ingaggi di ciascuna squadra, ammonterà a 58,044 milioni di dollari nel 2011-2012 e manterrà una struttura "soft", come chiesto dagli atleti. Verrà ridotta, poi, la lunghezza massima dei contratti: scendono da 6 a 5 anni quelli dei giocatori che rimangono nella stessa squadra, passano da 5 a 4 quelli degli altri.

Gli ingaggi, nei nuovi contratti, potranno crescere al massimo del 7,5% in caso di permanenza nella medesima franchigia. Per i free agent, l’aumento potrà arrivare al 4,5%. Capitolo luxury tax: nel 2011-2012 ogni team dovrà versare 1 dollaro per ciascun dollaro speso oltre i limiti del salary cap. La tassa si inasprirà nel 2012-2013.

Il giallo di mercato
Intanto la Nba ha bloccato il trasferimento del play dei New Orleans Hornets ai Los Angeles Lakers, annullando un’operazione di mercato che avrebbe coinvolto anche gli Houston Rockets. I Lakers avrebbero ceduto il lungo Lamar Odom agli Hornets, da cui avrebbero acquisito anche il centro Emeka Okafor. Houston avrebbe spedito a New Orleans il pacchetto formato dal lungo Luis Scola e dalle guardie Kevin Martin e Goran Dragic. Ai Rockets, da Los Angeles, sarebbe arrivato il lungo spagnolo Pau Gasol. Il puzzle, però, è saltato per il no della Nba, che al momento gestisce gli Hornets in attesa di un acquirente. A bloccare tutto, a quanto pare, in realtà è stato il pressing di alcuni proprietari furibondi: diversi "owners" hanno alzato la voce a New York durante il meeting del Board of Governors. «Non è vero che i proprietari abbiano fatto saltare l’affare», ha detto Mike Bass, portavoce della Nba. Queste parole, però, cozzano con il contenuto di una email che Dan Gilbert, proprietario dei Cleveland Cavaliers, ha inviato a David Stern, commissioner della lega. «Sarebbe una farsa consentire ai Lakers di acquisire Chris Paul nella trade che viene discussa. Questa trattativa dovrebbe essere sottoposta al voto dei 29 proprietari degli Hornets», ha scritto Gilbert nella missiva pubblicata da Yahoo!.

L’affare, così configurato, sarebbe stato un grosso favore ai Lakers: Los Angeles avrebbe ingaggiato il pezzo più pregiato del mercato e avrebbe risparmiato il denaro necessario per andare all’assalto di Dwight Howard, centro degli Orlando Magic che, come Paul, si svincola tra un anno ed è quindi destinato a cambiare maglia subito. «Nelle prossime 3 stagioni -evidenzia Gilbert- questo accordo permetterebbe ai Lakers di risparmiare circa 20 milioni di dollari in ingaggi e quasi 21 milioni di dollari in luxury tax» destinati alle franchigie più virtuose. «Non ricordo di aver mai visto un affare nel quale una squadra si aggiudica il giocatore migliore e risparmia 40 milioni. Non vedo come possiamo consentire che accada una cosa del genere. So che la stragrande maggioranza dei proprietari la pensa come me».

Paul ufficialmente si è limitato a commentare «Wow» dalla propria pagina su Twitter. In realtà, sta valutando l’ipotesi di andare in tribunale. Odom, sposato con la starlette Khloe Kardashian e ormai inserito nel jet-set hollywodiano con tanto di reality show coniugale, non sa se disfare i bagagli: «Quando una squadra ti cede e non va, che si fa?».
:ciao:
                                  
 


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