Autore Topic: Un sabato davanti la sede della Juve  (Letto 2277 volte)

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Offline franca1000

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Un sabato davanti la sede della Juve
« il: Settembre 04, 2008, 23:37:07 pm »
versione ufficiale

Il 31 agosto 2006, giorno del ritiro del ricorso al Tar della società Juventus contro le sentenze di Calciopoli, processo che l'ex giudice FIGC Corrado De Biase definì "un aborto giuridico", si è rotto qualcosa di importante nel rapporto tra i tifosi della più titolata squadra di calcio italiana e i rappresentanti (dirigenza e proprietà) della società che quella squadra rappresenta.
Questo ha determinato una frattura profonda anche all’interno della stessa tifoseria.
Alcuni hanno deciso, dopo la marcia di due mesi prima, di concentrare la loro passione per la squadra del cuore sull’aspetto sportivo, e di guardare avanti rispetto a Calciopoli e ai suoi effetti.
Altri hanno scelto, pur continuando ad amare e a sostenere i colori bianconeri, di non accettare l’accaduto e di iniziare una battaglia contro le conseguenze di quell’estate (perdita di titoli sportivi conquistati sul campo, assegnazione agli avversari di parte di quei titoli, retrocessione in serie B, liquidazione del gruppo dirigenziale, smantellamento della squadra, depauperamento del patrimonio societario, ecc.).

Il 30 agosto 2008, a due anni esatti di distanza da quell’infausta data, qualcuno ha posto in essere un primo significativo tentativo di ricucire quei rapporti.
Alcuni giornali e radio locali hanno riportato la notizia: i tifosi bianconeri hanno presentato alla società una petizione dal titolo "La Juve che vogliamo noi".
Una rappresentanza dei sostenitori della Vecchia Signora si è recata in sede ed ha consegnato ai dirigenti un documento contenente una serie di domande e rivendicazioni, cui i tifosi hanno chiesto di ottenere risposta. Una protesta simbolica, organizzata in luogo di quella marcia, oggetto di dibattito sul web nei mesi precedenti, poi rinviata per motivi di opportunità e di ordine pubblico.

Fin qui la notizia… ma, come si è svolto il tutto?
Tra le 9,30 e le 10 del mattino, davanti alla sede della Juve in corso Galileo Ferrarsi 32, si è radunato un gruppo di circa trenta persone, molte delle quali utenti del Forum J1897 (alcuni provenienti dal Lazio, dall'Abruzzo, dalla Liguria, dal Veneto, ecc.), che, sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine, hanno provveduto ad appendere uno striscione, dal contenuto goliardico, ma fortemente critico nei confronti della dirigenza.
Un allegro gruppo di tifosi, uomini, donne, bambini (alcuni con cagnolino al seguito), mossi semplicemente dall’amore incondizionato per i colori bianconeri, e dalla conseguente voglia di far uscire dal web il proprio desiderio di ottenere giustizia e riprendersi onore e dignità.
Qualcuno scatta delle foto, altri ne approfittano per scambiarsi racconti, speranze, impressioni, numeri di telefono.
Finché alle 10,20 (con qualche minuto di anticipo sul previsto), l’incaricato dell’Ufficio Stampa della società, dott. Patania, ci viene presentato dall’ispettore della Digos.
Certamente è venuto lì apposta per noi: è sabato e la sede è chiusa. Con grande gentilezza e disponibilità ci ascolta e risponde (senza esprimere giudizi, e per quanto gli è possibile) alle nostre domande, spesso scomode.
Gli viene consegnato il documento, che legge con grande attenzione, dichiarando di averne ben compresi gli intenti e le richieste… sembra quasi essere sorpreso dal fatto che ci sia una parte di tifosi che non si accontenta dell'aspetto sportivo, ma che chiede a gran voce che la Juventus faccia qualcosa per riprendersi la propria dignità, e vengano tolte le macchie che un paio di anni fa qualcuno ha deciso di accettare che venissero poste sulla nostra gloriosa bandiera.
Il clima rimane civile e disteso, e diventa informale, al punto da prolungare la chiacchierata, in forma più riservata, con alcuni di noi, offrendoci un caffè al vicino bar della Galleria d’Arte Moderna.
Si è trattato di un confronto costruttivo ed improntato al rispetto delle reciproche posizioni, nel quale l’incaricato della società si è impegnato a consegnare personalmente il nostro documento al presidente, mentre noi lo terremo informato sull’evoluzione del numero dei firmatari della petizione. Questo rende di fondamentale importanza il fatto che il numero delle firme aumenti in maniera significativa.
Chi condivide i temi toccati nella lettera può firmare la petizione al seguente link:

http://firmiamo.it/lajuventuschevogliamonoi

Fino ad ora, le uniche manifestazioni di dissenso extra-web (o extra-media) noti alla società erano stati: qualche libro, gli interventi assembleari di alcuni fra i piccoli azionisti, e l'operato di alcune associazioni.
Il presidente, giorni fa, ha dichiarato di non aver capito quali siano state le colpe per le quali la Juve è stata condannata in Calciopoli: neanche noi! Quindi, ora più che mai, vorremmo avere delle risposte alle nostre domande.
Questo incontro rappresenta comunque un fondamentale passo avanti, un passo “diplomatico” verso la rottura del ghiaccio, verso l’apertura di un dialogo (con chi regge le sorti della nostra squadra del cuore), che possa andare oltre le rivendicazioni e le proteste da forum o da blog.
Dove e a cosa porterà, questo passo avanti, ad oggi non ci è dato saperlo, ma almeno è stato avviato un processo di comunicazione diverso: qualcosa è cambiato.
In sostanza, un incontro più che soddisfacente: è stato aperto un canale di comunicazione, che potrà rivelarsi importante per le successive iniziative, è stato creato un precedente, è stato reso manifesto alla società, in maniera tranquilla ed ordinata, un malcontento diffuso, che la società non potrà e non dovrà più far finta di ignorare.



un immenso grazie e un forte abbraccio a Mauro/gigrobot, la sua presenza é stata una sorpresa graditissima
« Ultima modifica: Settembre 04, 2008, 23:41:20 pm da franca1000 »
Quando un cuore soffre..tace..si chiude nel silenzio e non ha più voce..

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Offline franca1000

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Re: Un sabato davanti la sede della Juve
« Risposta #1 il: Settembre 04, 2008, 23:39:24 pm »
versione scritta da Antonio/CRAZEOLOGY utente di j1897

lungo ma vale la pena leggerlo

Tutta colpa di John....

Torino.
Il 29 agosto 2008 il Sig.C. si preparò per uscire di casa.
Erano le 20.
Le telefonate ricevute erano state chiare:
"Appuntamento in un locale dove la pizza è buona, il cui proprietario è un ex-giocatore della Juventus. Tutti lì davanti alle 20.45."
Il Signor C. uscì di casa con la strana sensazione che prova una persona quando va a caccia di sorprese.
Del resto non può che essere così, nessuno può sapere che faccia ha una persona che indossa un nick name.
Potrebbe pure presentarsi uno coi capelli verdi.....
L'auto giapponese era pronta, e sembrava quasi dire: "Vieni, ti porto io".
Il Jukeboxone nella pennetta da 4 giga veniva aggredito dall'autoradio, che pescava e sciorinava in ordine casuale tutto quello gli passava per la testa…… per il chip, diciamo così.
Mentre l'altra pennetta da 4 giga rimaneva delusa dentro il portachiavi....
“Sarà per un'altra volta”.
Poi, rombo di motore.
Pronti, partenza, via.
Arrivato sul posto, C. incontrò "I tifosi squadristi rancorosi di serie C", quelli che praticamente ritengono Cobolli Gigli un tifoso dell'Inter.
Ed è tutto diverso da quello che ci si aspetta....
33 minuti di ambientamento, proprio come gli scudetti virtuali vinti dalla Juventus se non esistessero gli imbroglioni, e poi i nick names sparirono.
Anzi no, di colpo, avevano inaugurato una vita nuova....
Più umana.... più genuina....
Fatta di sorrisi, risate, battute e strette di mano.
Cadenze, accenti, toni, timbri vocali e sguardi....
Fatta di persone vere che, addirittura, in una realtà virtuale come la rete, (dove si erano conosciuti e organizzati attraverso un grande forum), pur con le stesse opinioni, forse non avevano nemmeno mai letto con attenzione tutti i post degli altri presenti.
Forse alcuni, ma è solo un’ipotesi, non si stavano nemmeno simpatici per via schermo, oppure vi era una certa indifferenza dovuta a post dove vi erano più concetti e meno personalità riconoscibili...
E di solito sono le personalità che fanno nascere le simpatie…
Senza contare che ci sono persone che scrivono poco e leggono molto…
Non c’era mai stato modo forse di comprendersi appieno l’un l’altro.
Così è se vi pare, lo schermo è freddo ma le emozioni sono vere e poi quando si cade nella realtà, le emozioni cambiano completamente.
C. infatti, pur non dandolo a vedere, finì come al solito col cervello diviso in due parti.
Una parte era calciopolistica e lavorava per discorrere amabilmente dei problemi riguardanti il futuro e il passato della Juventus.
Ovviamente vi era un paradosso, perché di solito si conosce il passato ma non il futuro, qui invece si trattava dell'inverso.
Sul futuro non vi erano dubbi, in quanto ampiamente anticipato dal Sig. John Elkann il 15 maggio 2006, ancora prima di una qualunque sentenza, con la celebre "veggente" dichiarazione nella quale, pur non essendo egli né una p@rn@star, né un maestro di musica, annunciava: "Ripartiremo dal basso".
Sul passato invece i dubbi erano persino troppi.
La parte del cervello in questione faceva il suo lavoro con annesse battutine costruite ad hoc, ma non mancava l'impegno nel cogliere qualunque tipo di impressione, opinione, considerazione o notizia appoggiata sul tavolo dai partecipanti alla pizzata.
L'altra parte invece lavorava ed elaborava per i fatti suoi e..... nessuno sarebbe mai riuscito a fermarla.
Questa parte di materia grigia aveva già annotato un primo elemento: tra i rancorosi non c’erano persone molto sotto i 30 anni.
Dopo la pizza, si decise un incontro con altri tifosi ancora.
Vi erano ovviamente anche alcuni figli di rancorosi, bambini che correvano attorno alla fontana di Piazza Solferino senza tanti pensieri per la testa.
Uno piccolo biondo e riccioluto poi, saltava dietro la schiena del Signor C. cercando di trovare qualche improbabile appiglio.
Il motivo è semplice, tutti i bambini, gli anziani, e i matti (da legare e non), istintivamente trovano simpatico il Signor C.
Deve essere perché ne riconoscono una persona che li comprende appieno… un loro simile, ed in effetti è vero.
Un umano abbastanza distaccato dal mondo da poterlo spernacchiare e osservare con un senso critico neutro.
Se in una piazza con cento persone ci sono degli appartenenti alle categorie descritte, l’uomo da cui andare assolutamente ad intavolare un qualche tipo di rapporto e/o dialogo, è sempre il Signor C., e non c’è nemmeno bisogno di presentarsi.
Infatti ad un certo punto il bambino, dopo l’ennesimo salto sulla schiena di C., venne bloccato dal C. stesso, per ricevere la domanda del secolo.
“Fermo lì!... senti ma… tu che sei della Juve…quanti sono gli scudetti della Juventus?”
Partirono alcuni suggerimenti dai vari rancorosi.
“Prova a dirgli 27…”
“29, digli che sono 29….”
Il bimbo tentennava….
C. disse: “No, veramente sono tren…”
Il bambino sentì tutti i suggerimenti… come tante pressioni e allora….
sparò mettendosi al sicuro: “40!”
C. rimase stupito da quanto il bambino, piccolo ma già più alto di Giovinco, fosse anch’egli atomico e adatto, quantomeno come mentalità, a sostituire all’istante il Sig. Blanc nel cda della Juventus.
Poi birreria, racconti e discussioni fino alle 3 del mattino.
Il giorno successivo era quello in cui i suddetti "Tifosi squadristi rancorosi di serie C" (ossia quelli che la documentazione ufficiale in relazione allo scandalo di calciopoli l'hanno letta) avrebbero dovuto consegnare un documento contenente alcune domande specifiche, neanche troppo difficili, alla dirigenza della Juventus.
Il mattino dopo, il tifoso C. si svegliò e andò all'appuntamento davanti alla sede della società gloriosa, la stessa che, con una grande magia, nell'estate del 2006 era diventata un asset del gruppo Ifil.
Sì sì, proprio come una qualunque azienda che produce sedili per le automobili.
La stessa società che successivamente aveva partecipato a due campionati wrestling style consecutivi e che si apprestava a cominciarne uno nuovo.
Ad attenderlo vi erano alcuni tifosi della sera prima e altri che non aveva mai visto.
Al Signor C. parve anche di vedere qualche altro curioso di giovane età gironzolare lì intorno, ma a debita distanza.
La sede era chiusa, ma la dirigenza della Juventus (ossia, quel complesso di individui di competenze varie tranne il calcio) aveva precedentemente incaricato un suo dipendente, di ricevere il documento preparato con le annesse firme in appoggio, che erano più di 200 raccolte in poche ore.
L'incaricato arrivò e molto cordialmente recepì il documento.
Uno dei partecipanti rancorosi fece una battuta al fulmicotone, che resterà negli annali dei ricordi del signor C.
E’ meglio spiegare in modo preciso come andò.
Poco dopo essere arrivati davanti alla sede, i tifosi videro arrivare gli agenti della Digos, che avevano il compito di garantire la sicurezza, come era già stato preventivamente assicurato e che, anche se la manifestazione era stata annullata ed era stata attuata un’iniziativa differente, era ugualmente giusto che ci fossero.
Mimetizzato tra gli agenti c’era anche l’incaricato della società.
Alcuni tifosi si avvicinarono agli agenti e parlarono con l’ispettore responsabile.
Dopo le presentazioni e altre frasi di circostanza, l’ispettore tra la sorpresa dei presenti, presentò l’incaricato della società:
“……..e questo è il Signor Tizio l’incaricato………”
Ma uno dei rancorosi più agguerriti subito disse:
“L’avevo riconosciuto!”
al che il signor Tizio rispose:
"Perchè?"
"Perche ride, e quelli della Juventus dopo il 2006 ridono sempre!"
"Perchè prima non ridevano???"
"No prima erano gente seria!!!!!!"
Dopo questo gradevole siparietto, l'incaricato buttò un'occhiata al documento, che peraltro non era troppo prolisso ed era stato privato delle domande più complesse come quella che recitava:
"Avete poi messo il lucchetto alla bacheca o dobbiamo aspettarci qualche altra uscita?
E se si, a quanto vendete? E a chi?
Noi suggeriamo al Toro!"
Oppure quell’altra che recitava:
“Ogni quanto tempo siete costretti a fare l’inventario dei trofei nella bacheca?”
L’incaricato fece notare che forse sarebbe stato meglio pinzare i fogli in questione, perché in quel modo si rischiava di fare confusione sull’ordine delle pagine.
Aveva ragione.
Ma chi aveva stampato il documento lo aveva fatto prima di uscire di casa in fretta e furia, per riuscire ad avere il maggior numero possibile di firme in appoggio ai quesiti posti, ed era logico che ci potesse essere qualche piccola imprecisione.
Il tifoso C. fece qualche battuta un po’ graffiante, mettendo in rilievo che volendo i punti metallici avrebbero potuto metterli gli impiegati della Juventus F.C., in quanto, visto che gli introiti dati dalla vendita di campioni, scudetti, e della dignità di milioni di tifosi all’epoca erano stati sicuramente ingentissimi, le pinzatrici e un po’ di cartoleria in sede avrebbero dovuto sicuramente esserci...
Qualcuno dei tifosi seguì il suo ragionamento a ruota e suggerì “29 punti metallici”.
L’incaricato, con uno sguardo dolce e sfiorandosi il petto con una mano, disse che nessuno Juventino non considera suoi quegli scudetti.
Il tifoso C. fece notare che purtroppo essendoci delle sentenze che, per quanto ridicole, hanno stabilito che gli scudetti sono 27, così bisognava contarli.
Ufficialmente sono 27.
A meno che non ci si opponga alle sentenze, perché in quel caso allora si può vantare un 29, sicuramente virtuale, ma un 29.
Non è possibile accettare delle sentenze che dicono 27 e poi vantarne 29, solo dei tifosi di curva possono ragionare in questi termini.
Ma non solo, anche dei dirigenti della Juventus che fanno finta di non tifare per l’Inter possono ragionare in questi termini.
Ragionare in questi termini è fuorviante, è un po’ come guardare un campionato wrestling dove ci sono in A squadre che hanno persino pedinato/intercettato arbitri e che pertanto dovrebbero essere retrocesse da un pezzo, e avere la fantasiosa opinione di guardare un campionato regolare.
In risposta lo sguardo dell’incaricato fu imbarazzato e vi si lessero le perplessità di chi calciopoli l’ha superata da un pezzo, ma che allo stesso tempo si rendeva conto che non era in grado di dare risposte.
Tutto normale, per carità.
Del resto la proprietà del club (quella s.p.a. che la documentazione ufficiale in relazione allo scandalo di calciopoli l'ha letta tutta e l'ha approvata e promossa) si era tanto impegnata per mandare in B il club, aveva scelto dirigenti ad hoc per attuare ed occuparsi del progetto….
Come può un semplice dipendente, che vuol continuare ad esserlo, prendere una posizione di altro genere?
Nessuna sorpresa dunque.
Ovviamente si trattò di un dialogo molto tranquillo tra i tifosi e il gentilissimo incaricato della Juventus, che aveva sacrificato la mattinata di un giorno di vacanza, e a cui va un sentito ringraziamento, il tutto per ordine della società, alla quale va il secondo ringraziamento.
Letto il documento, il dipendente della società venne fornito dai tifosi di serie C, di bustina in plastica per contenere tutti i fogli in modo ordinato….
In modo che niente potesse andar perso…
L’incaricato, con un leggero sorrisetto nascosto molto bene dietro un’espressione di circostanza, casualmente buttò una domanda nell’aria…
“Quanti di voi domani saranno a Firenze per la prima contro la Fiorentina?”
Una di quelle domande tipiche che spesso venivano fatte dai “tifosi non-rancorosi, non-squadristi e di serie A” quando non hanno risposte da dare su determinati argomenti e decidono di mettere alla prova il peso specifico di un tifoso.
Le risposte furono le più varie e date tutte insieme in modo un po’ confusionale…
“Io ci sono, parto domani mattina sul tardi…”
“Io non ci penso nemmeno, non dò soldi a questo campionato irregolare!”
“Io devo fare tanti km per ritornare da dove sono venuto… Sono di Roma e sono in giro per l’Italia da due giorni… ”
“Io non ho trovato i biglietti…”
“Io devo tornare in Abruzzo e non ce la faccio…” ecc. ecc.
Non mancò un rancoroso doc, che chiese notizie sullo stadio e sul relativo centro commerciale con le relative differenze rispetto al progetto di Giraudo, ironizzando e proponendo scommesse.
Poi l’incaricato prese un caffè con alcuni di quei tifosi nel bar della GAM (Galleria d’Arte Moderna), che è a pochissimi metri dalla sede.
Altri invece rimasero a fare presenza vicino allo striscione posto davanti alla sede.
Va segnalato che quello striscione era una copia esatta di uno striscione portato nell’ottobre 2006 davanti alla sede, da un tifoso che, anche se da solo, aveva deciso di segnalare il suo dissenso…
Era solo un pochino più piccolo.
La copia era il ponte morale che univa quel singolo manifestante a quella nuova delegazione di tifosi.
Un ponte lungo due anni.
Dopo il caffè, l’incaricato salutò e andò a reimpossessarsi del suo stato di dipendente in vacanza.
Per almeno un’ora poi, i tifosi rimasero tutti a chiacchierare del più e del meno (soprattutto del meno, degli imbrogli e degli scudetti in meno, per essere più chiari).
Nuovo caffè e aperitivo sempre alla GAM, tra osservazioni discorsi, progetti e battute, sempre graffianti e un po’ cattive.
C. per esempio mentre entravano al bar disse:
“Bene tutti al bar! chi deve andare in bagno entri qui, perché come avete potuto vedere – indicando con la mano la sede della Juventus – l’ufficio di Cobolli è chiuso!”
E giù altre risate.
E poi altre simili, sempre un po’ per tenere su il morale…
Tutto sommato si svolse tutto in modo fresco e divertente e i rancorosi furono molto bravi nel fare battute pungenti al punto giusto.
Però non erano ancora a conoscenza di quello che era riuscito a fare il migliore di tutti.
Dio.
Infatti Dio, proprio negli stessi giorni, prese il presidente Cobolli Gigli e lo chiuse in bagno per un’ora, e poi lo fece portare in salvo dal capitano della Juventus.
Ma è un fatto noto che Dio è davvero inarrivabile.
Poi alcuni rancorosi tornarono a casa, altri invece decisero che sarebbero andati a pranzare insieme, anche per fare compagnia a chi nelle ore successive avrebbe dovuto riprendere il treno.
Il pranzo fu sempre dello stesso tenore e si andò avanti per altre ore.
Alcuni racconti dei presenti furono davvero esilaranti.
Poi i saluti, gli abbracci, e i ringraziamenti.
Un tifoso rancoroso si portò un altro tifoso a casa per fargli compagnia, in quanto il treno di quest’ultimo partiva dopo 4 o 5 ore, in tarda serata.
C., dopo aver salutato tutti, si mise a passeggiare da solo verso l’auto parcheggiata molto distante.
La solita scusa per poter camminare.
E così, dopo più di un giorno e mezzo, le due sopracitate parti del cervello arrivarono alla solita e preventivata resa dei conti.
 
- “Eeeeh certo che l’età conta…”
- “Mmmmmmm…. Non so.”
- “Si si. Te lo dico io.”
- “Dici?”
- “I rancorosi sono adulti che hanno capito qual è il peso di uno scudetto e qual è invece il peso di un’ingiustizia.
Lo scudetto conta poco, ma l’ingiustizia e la dignità altrui svenduta senza neanche chiedere il permesso….
Il tutto poi con un imbroglio….
Sono cose che pesano…
Chi è maturo forse ci arriva prima, e non si fa abbagliare dai giocatori o dal costo di un biglietto…
e neanche dai risultati futuri…”
- “Beh in effetti….”
- “Certo può esserci anche qualche giovane che la pensa così, ma sono pochi….
Il giovane pensa al futuro…”
- “E’ molto realistica come analisi.”
- “Ma tu li hai visti o no?”
- “Visti chi?”
- “Gli altri!”
- “Si, certo…”
- “E allora?”
- “Sono tutte persone fantastiche e molto molto molto per bene. Non c’è che dire.”
- “Sei d’un banale che….. Vergognati! C’è molto di più!
Se uno parte da Roma da solo in treno, per andare solo qualche ora davanti alla sede per fare presenza insieme ad un piccola delegazione di tifosi…
Se una dolcissima signora si piazza una piccola bandiera nella borsetta, allunga le vacanze di un giorno, per questo paga una penale all’azienda dove lavora, poi parte dalla Corsica per venire due ore a Torino, e poi deve tornare a casa sua in centro Italia…
Se uno parte dall’Abruzzo da solo, in treno, pur di esserci e poter portare uno striscione, spupazzandosi in tutto 1500 km…
Se dei ragazzi partono da Genova e decidono di dedicare il week-end ad una iniziativa come questa invece di andare a farsi gli ultimi giorni di mare…
E così per chi è partita dal Veneto qualche giorno prima…
Se una madre di famiglia, che avrà sicuramente altre cose a cui pensare nella vita, decide di prendere quello che rimane di un’iniziativa molto molto diversa annullata pochi giorni prima, e si cucca un macello di telefonate e beghe organizzative di ogni genere, e trasforma il progetto assumendosene la responsabilità….
Lo vuoi capire che se parlo di queste cose devi toglierti il cappello?
Levatelo sennò non parlo più! ….”
- “Si scusa, non ti scaldare…. ecco… tolto…”
- “Se uno si presenta alla questura per prendere accordi….
Lo sai no che rompimento di balle negli uffici pubblici…
Cavoli!... ma quante volte noi due abbiamo girato per uffici pubblici? Devo ricordarti che casino…..?”
- “Lo so…. Mi ricordo benissimo, tante…”
- “Vogliamo parlare di quel settantenne che è venuto da Legnano per incontrare altri rancorosi, ed è andato via da solo in macchina in piena notte mentre la moglie a casa è sempre preoccupata ogni volta che lo vede andare in giro agli orari più impensati, per colpa di due colori come il bianco e il nero? Allora hai capito cosa intendo?”
- “Si, ma senza che ti incazzi, vorrei ricordarti che…. questo è quello che molti fanno spesso.
E’ un po’ come le trasferte….”
- “Eh no! Che dici? Hai bevuto? E’ ancora l’effetto del Campari col Gin di stamani?
E’ molto diverso… caro! Perché i sacrifici che fai hanno poi un risarcimento bellissimo, che è quello di vedere la partita. E’ una scelta libera. Pur di godermi un match parto, vado, mi sacrifico molto, a volte moltissimo (striscioni preparati molto prima ecc), e dopo… Forza Juve! Con gol di Del Piero.
Ma questa è un altro tipo di cosa….”
- “Non concordo del tutto. Perché da come la stai mettendo sembra che quelli che fanno le trasferte non abbiano amore sincero per il club…
Da questi discorsi poi, tiriamoci fuori noi due che siamo di Torino e ci bastava uscire di casa, non avendo nessun tipo di impegno nemmeno di tipo familiare… perché non c’è stato nessun sacrificio… anzi è stato molto divertente… davvero uno spasso…”
- “No, non intendevo questo. Forse hai frainteso.
Quelli hanno diverse ragioni… è una vita di gruppo, è uno status, è un modo di vivere il calcio vero e proprio, è l’amore per il calcio e i suoi campioni…. È un amore per il club. Come dire… è un approccio più interessato all’amore per la Juve… non vedono l’ora di vedere chi segna questa settimana….. e concordo sul toglierci di mezzo noi due e pure il tuo cappello… Ma oggi era qualche cosa di diverso….“
- “Ma non so… guarda che l’amore è sempre una forma di egoismo!”
- “L’amore sempre, certo. Tranne uno. Quello che ti fa prendere una decisione dove hai solo ed esclusivamente da rimetterci. Quello è il più limpido. E’ cristallino…
Ora capisci cosa hai visto oggi? E’ quello di John Coltrane!"
- “Come scusa? In che senso?”
- “A love supreme”

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Offline luna rossa

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Re: Un sabato davanti la sede della Juve
« Risposta #2 il: Settembre 05, 2008, 17:01:45 pm »
 :risatona: :risatona: :risatona: :risatona: :risatona: :risatona: :risatona: :risatona: :risatona: ridiamoci su  drunk drunk drunk drunk


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Offline mozagga

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Re: Un sabato davanti la sede della Juve
« Risposta #3 il: Settembre 08, 2008, 15:07:43 pm »
La juve non siamo più noi da tempo ormai...è in mano a gente che ha solo il senso del guadagno...l'amore lo mettiamo solo noi tifosi...con quella sentenza assurda è finito il gioco del calcio ed è iniziato il gioco del businnes  :-\
 

Offline franca1000

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Re: Un sabato davanti la sede della Juve
« Risposta #4 il: Settembre 08, 2008, 20:24:46 pm »
La juve non siamo più noi da tempo ormai...è in mano a gente che ha solo il senso del guadagno...l'amore lo mettiamo solo noi tifosi...con quella sentenza assurda è finito il gioco del calcio ed è iniziato il gioco del businnes  :-\
purtroppo questa é la realtá...non so se riusciró a farci l'abitudine  :(
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