Alla vigilia, il Lech Poznan non destava particolari preoccupazioni. D’altra parte, la Juve storicamente ha perso solo una volta contro squadre polacche: 30 anni fa contro il Widzew Lodz di Boniek ed altri giocatori, poi quarti nel Mondiale spagnolo. Invece la squadra non è riuscita a vincere, rischiando addirittura il tracollo nel primo tempo. I fantasmi della scorsa stagione, con ospiti in vantaggio ad ogni partita e molte rimonte subite nella ripresa, continuano a terrorizzare la squadra e soprattutto i tifosi.
La rosa è stata profondamente rinnovata, ed è cambiato anche l’allenatore: bisognerà quindi pazientare ancora qualche settimana. Inoltre Del Neri partì male anche la scorsa stagione – mentre la Juve vinse le prime quattro partite, rifilando poi cinque gol proprio ai doriani -, ma a maggio è finito al quarto posto. Ma veniamo ai numeri della partita.
L’andamento della gara è stato ifluenzato, dopo 12′ iniziali di pressione bianconera, dal fallo da rigore commesso da Melo, che durante un contropiede polacco ha agganciato il piede dell’avversario. Primo gol per Rudnevs e partita in salita per la Juve, con il Lech che si è difeso. Il possesso palla è stato del 58.9% contro il 41.1% avversario, testimone di una pressione maggiore insieme al computo dei calci d’angolo (6-3 per la Juve). A fine partita, anche il computo dei tiri in porta, 11 contro 5, non stupisce, dato il divario tecnico tra le due formazioni. I polacchi però hanno capitalizzato al massimo le occasioni avute, trovando poi il jolly nel finale con la tripletta di Rudnevs.
I passaggi effettuati hanno visto una precisione del 77%, più bassa rispetto a quelle del campionato, fatto da ascrivere probabilmente alla frenesia per ribaltare il risultato che ha tolto lucidità. Nei contrasti i bianconeri si sono fatti valere, vincendone in media 2 su 3. I giocatori del Lech, inferiori tecnicamente (12 dribbling contro i 22 della Juve), non hanno certo usato il fioretto, commettendo 21 falli contro 10, e meritando il doppio delle ammonizioni (4 contro 2). Gli ammoniti della Vecchia Signora sono stati, senza sorprese, Melo e Sissoko, che hanno anche rischiato di farsi espellere.
Alla fine a condizionare la partita, checché ne dica Legrottaglie, sono stati tre errori, più o meno gravi:
- la scarsa attenzione sul primo contropiede, con Melo che ha arpionato scioccamente l’avversario;
- la palla persa da Lanzafame che ha lanciato i polacchi in area, in cui poi nessuno è riuscito ad intervenire con decisione ed è arrivato il gol dopo la mischia;
- l’aver lasciato tirare Rudnevs, senza chiudere lo specchio, in occasione della terza marcatura.
Qualcuno potrebbe obiettare che anche la Juve abbia segnato i due gol di Chiellini grazie a disattenzioni avversarie, ma dal Lech Poznan è lecito aspettarsele. Dalla Juventus non più, altrimenti anche ad Udine sarà durissima…
Giuseppe Dedonato
