Autore Topic: In Siria si muore nel totale silenzio. Altra figuraccia dell'Unione europea...  (Letto 1170 volte)

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Offline iNnOmInAbIle-mUGuu

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In Siria si muore nel totale silenzio. Altra figuraccia dell'Unione europea...
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Oltre che la (teorica) possibilità della nascita di una democrazia araba, le rivolte degli ultimi 4 mesi in Medioriente hanno fornito anche una triste conferma. L’Ue è ancora lontana dalla capacità di darsi una politica estera comune con conseguente scarsa considerazione globale del Vecchio continente sul piano internazionale. Che le principali cancellerie seguissero spesso gli interessi delle singoli capitali senza troppo curarsi se un tale atteggiamento potesse o meno danneggiare qualche altro partner si sapeva. Tuttavia sulle rivolte in Medioriente si sperava che la Ue riuscisse ad avere una posizione condivisa; ma anche in questo caso la speranza è andata delusa. In verità va dato atto all’Europa, almeno stavolta, di averci provato a darsi una linea comune e di non aver mostrato passività e totale inadeguatezza di fronte all’emergenza. Sulla vicenda libica non si è assistito al ripetersi di quell’immobilismo che favorì i massacri nei Balcani e che s’interruppe solo dopo l’intervento americano. Questa volta sono stati dei paesi europei a prendere in mano l’iniziativa sia militarmente sia diplomaticamente tanto da far approvare una risoluzione Onu che autorizzava l’impiego della forza.

Tuttavia le perplessità di Berlino, Roma e, soprattutto, la mancanza di un vero progetto comune su cui costruire una nuova azione politica nella regione a rivolte terminate hanno fatto capire che l’Ue non parla ancora con una sola lingua. Lo stesso Commissario agli Affari esteri di Bruxelles Catherine Ashton ha cercato di coordinare un’azione comune ma ha fallito. Sono ancora troppi i diversi interessi in politica estera dei vari paesi, interessi cui nessuno è disposto a rinunciare. Da un lato c’è la Germania che è più interessata a ciò che succede nell’Europa dell’Est che non in Medioriente, mentre dall’altro vi sono Londra e Parigi molto più coinvolte in quell’area.

Ma non è solo a causa delle differenti prerogative che l’Europa si muove in ordine sparso su quel determinato scenario. Come spiega ad Affaritaliani.it il professor Andrea Teti, docente di studi mediorientali all’Università di Aberdeen, da parte del Vecchio Continente vi è ancora una profonda incapacità di capire le vere ragioni delle rivolte in Medioriente. “Le sommosse arabe sono democratiche perché pretendono la democrazia della giustizia, sia alle urne che nel lavoro secondo un modello socialdemocratico. La gente chiede condizioni di vita decenti, ma l'Ue non fa che riproporre gli stessi modelli economici ultra-liberisti che hanno portato all'impoverimento della popolazione”.

In questo scenario di mancata comprensione l’Europa potrebbe pagare cara anche l’ambiguità con cui si è rapportata alle situazioni nei differenti paesi. Se in Libia si è bombardato, in Siria e in Bahrein è stato adottato un profilo più basso e questo suscita perplessità. Ci sono diverse motivazioni per questo atteggiamento. La crisi libica è esplosa prima di quella siriana, quando le cose sono precipitate a Damasco alcuni paesi europei erano già impegnati su più fronti (oltre alla Libia c’è ancora l‘impegno in Afghanistan, senza contare che la Francia è coinvolta anche in Costa d’Avorio) e non potrebbero gestire un’altra crisi contemporaneamente. Quanto al Bahrein l’Europa ha solo seguito la linea americana secondo cui l’emirato fa parte della cintura sunnita del golfo in funzione anti-iraniana e non va destabilizzato. Tuttavia l’indifferenza e il silenzio europei verso gli altri scenari mediorientali, comprensibile o meno che sia dal punto di vista strategico, potrebbero minare la credibilità dell’Ue in quell’area e le sue future pretese democratiche agli occhi delle opinioni pubbliche locali.

Le rivolte in Medioriente toccano da vicino l’Unione Europea” aggiunge ancora il Professor Teti. “Esse rappresentano un’occasione per aumentare l’influenza del Vecchio Continente in quell’area. Ma l’Europa sembra che stia facendo di tutto per sprecarla”.

Il Medioriente è solo l’esempio più lampante e recente di questa incapacità. Senza una posizione e un progetto comune non è irrealistico pensare che, dopo essersi impegnata militarmente, l’Ue in quest’area sarà ancora relegata a un ruolo secondario dal punto di vista geopolitico. Esattamente com’è successo fino a oggi, e non solo in Medioriente.

fonte Massimiliano Santalucia di

.it affari
innominabile
Cosi della gentaglia mi chiama.MA certi/e mi rimpiangono e dal loro rimpianto mi chiamano iNnOmInAbIle.vErGoGnAtEvI!!
Essere Falsi é La Nuova Tendenza...E Sembra Che Molti Siano Alla Moda.
 

Offline franca1000

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che tristezza tutto questo  :(
Quando un cuore soffre..tace..si chiude nel silenzio e non ha più voce..

La cosa peggiore di quando stai soffrendo é sapere che l'unica persona che puó consolarti é la stessa che ti sta facendo soffrire
 

Offline ambarambacicicoco

e chi va a ficcarsi in quel vespaio? credo che possa crearsi una situazione peggiore della Libia  :diavolo:

L'intellettuale è uno che non capisce niente, però con grande autorità e competenza. (Leo Longanesi)
 


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