Autore Topic: Napolitano: dalla crisi esca un'Italia migliore...  (Letto 929 volte)

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Offline garfield

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Napolitano: dalla crisi esca un'Italia migliore...
« il: Gennaio 01, 2009, 08:22:19 am »
 Giorgio Napolitano rivolge il suo terzo messaggio di fine anno a "voi tutti - dice a chi lo ascolta in diretta radio e tv - italiani di ogni generazione e di ogni condizione sociale, residenti nel nostro paese e all'estero. Ai servitori dello Stato, ai civili ed ai religiosi operanti per il bene della comunità, alle forze dell'ordine e alle Forze Armate". E, sottolinea il capo dello Stato, "con speciale calore e riconoscenza ai nostri militari impegnati in missioni difficili e rischiose per garantire la pace e sradicare il terrorismo nelle regioni più critiche".
Nel rivolgere agli italiani il suo augurio per il 2009, Giorgio Napolitano affronta dall'inizio il nodo della crisi economica. "Non ignoro - dice - la forte preoccupazione che ci accomuna nel guardare all'anno che sta per iniziare. Un anno che si preannuncia più difficile, e che ci impegna a prove più ardue, rispetto alle esperienze vissute da molto tempo a questa parte".

DA CRISI DEVE USCIRE UN'ITALIA PIU' GIUSTA

 "Dalla crisi deve, e può uscire, un'Italia più giusta. Facciamo della crisi un'occasione per impegnarci a ridurre le sempre più acute disparità che si sono determinate nei redditi e nelle condizioni di vita". Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di fine anno agli italiani. Per riformare un sistema di protezione sociale squilibrato e carente - prosegue il capo dello Stato - per elevare, a favore dei figli delle famiglie più modeste, le possibilità di istruzione fin dai primi anni e di ascesa nella scala sociale".

CITA ROOSEVELT, AVER PAURA SOLO DELLA PAURA

"Dobbiamo guardare in faccia ai pericoli cui è esposta la società italiana senza sottovalutarne la gravità: ma senza lasciarcene impaurire". Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di fine anno agli italiani, affronta il problema della crisi economica con un forte invito a non lasciarsi prendere dalla paura. "L'unica cosa di cui aver paura è la paura stessa", dice il capo dello Stato cintando una frase di Franklin D. Roosevelt.
"L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa". Nel suo discorso di fine anno, il presidente della Repubblica usa la celebre frase di Franklin D. Roosevelt. Il presidente americano la pronunciò nel 1932, nel suo primo discorso da presidente degli Stati Uniti. Roosevelt, arrivato alla Casa Bianca nel pieno della crisi economica seguita al tracollo finanziario del '29, si rivolgeva con queste parole a un paese impoverito e spaventato, scosso nelle sue certezze, indicandogli la strada della ripresa.

ITALIA HA DEBITO ELEVATO,SERVE PIU' RIGORE

Di fronte alla crisi economica, l'Italia "é condizionata nelle sue scelte dal peso dell'ingente debito pubblico accumulato nel passato". Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno. Secondo Napolitano, "nessuno può dimenticarsene nell'affrontare qualsiasi problema". Per questo, il capo dello Stato chiede che gli interventi per lo sviluppo ristabiliscano "trasparenza e rigore nell'uso del denaro pubblico".

SFIDA E' UNIRE FORZE COME NEL DOPOGUERRA

"Per l'Italia, la prova più alta, in cui si riassumono tutte le altre, è quella della nostra capacità di unire le forze, di ritrovare quel senso di un comune destino e quello slancio di coesione nazionale che in altri momenti cruciali della nostra storia", come nel dopoguerra e nella lotta al terrorismo "abbiamo saputo esprimere". E' l'appello all'unità che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lancia agli italiani in occasione del suo messaggio di fine anno.
"Ci riuscimmo - prosegue Napolitano - quando dovemmo fare i conti con la terribile eredità della seconda guerra mondiale, potemmo così ricostruire il Paese", creando così "le condizioni di quella lunga stagione di sviluppo economico e civile che ha trasformato l'Italia. E ci riuscimmo ancora quando più tardi sconfiggemmo il terrorismo. Dobbiamo riuscirci anche ora, a partire dall'anno carico d'incognite che ci attende"

PATTO COSTITUZIONALE ANCORA VIVO E OPERANTE

Nel dopoguerra, grazie alla nostra capacità di unità potemmo ricostruire il Paese, "far rinascere la democrazia, stipulando concordemente quel patto costituzionale che è ancora vivo e operante sessant'anni dopo". Così, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo tradizionale messaggio di fine anno, lancia con forza il suo appello all'unità di tutti gli italiani.

PARTITI ESCANO DA STERILE LOGICA DI SCONTRO

 "E' essenziale che le forze politiche escano da una logica di scontro sempre più sterile". E' l'appello alla collaborazione che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rivolge ai partiti in occasione del suo tradizionale messaggio di fine anno. Secondo Napolitano, le forse politiche "possono guadagnare fiducia solo mostrandosi aperte all'esigenze di un impegno comune, ed esprimendo un nuovo costume, ispirato davvero e solo all'interesse comune".

RIFORME SIANO CONDIVISE,ORA SFORZO IN PARLAMENTO

Le riforme "sono già all'ordine del giorno" e "vanno condivise". Lo sostiene il capo dello Stato, Giorgio Napolitano in un passaggio dedicato al confronto sulle riforme del suo messaggio tradizionale di fine anno. "E' una crisi senza precedenti come quella attuale che chiama ormai - afferma Napolitano - a un serio sforzo di corresponsabilità tra maggioranza e opposizione in Parlamento, per giungere alle riforme che già sono all'ordine del giorno e che vanno condivise".

SERVE REAZIONE VITALE INTERA COLLETTIVITA'
Serve "un'autentica reazione vitale, come negli anni più critici per il Paese" dell'intera "collettività nazionale", per affrontare la crisi "senza precedenti" che sta davanti all'Italia, dice Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di fine anno agli italiani.
"E' importante, ma non basta" uno sforzo condiviso da maggioranza e opposizione per varare riforme condivise, osserva Napolitano. "Sono chiamate alla prova tutte le componenti della nostra società, l'insieme dei cittadini che ne animano il movimento, in una parola l'intera collettività nazionale. Questo è lecito attendersi dalle generazioni che oggi ne costituiscono la spina dorsale - sottolinea il capo dello Stato - un'autentica reazione vitale come negli anni più critici per il Paese".

REGOLE NUOVE PER FERMARE FRENESIA FINANZA

Contro la crisi mondiale bisogna definire "nuove regole" capaci di frenare "la frenesia finanziaria" che ha causato conseguenze "così gravi". Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo terzo messaggio agli italiani di fine anno. "La portata della crisi - sottolinea il capo dello Stato - é tale da richiedere imperiosamente il massimo sforzo di concentrazione tra i protagonisti dell'economia mondiale, per definire nuove regole capaci di assicurare uno sviluppo sostenibile, ponendo fine alla frenesia finanziaria che ha provocato stravolgimenti e conseguenze così gravi. Il mondo in cui viviamo è uno, e come tale va governato". "Nel far fronte alla crisi - osserva Napolitano - l'Italia non agisce da sola. Agisce come parte di quella Europa unita che si conferma come non mai un punto di riferimento essenziale, e siamo orgogliosi di avere concorso con tenacia e coerenza a costruirla".

SOSTEGNO A IMPRESE,MA ANCHE STILI VITA PIU'SOBRI

"Della crisi l'occasione per rinnovare la nostra economia, è insieme con essa anche stili di vita diffusi, poco sensibili a valori di sobrietà e lungimiranza". Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un passaggio del suo messaggio di fine anno. Napolitano parla anche del necessario sostegno alle imprese. "Lo sforzo che in questo momento va compiuto per sostenere le imprese che sono in difficoltà pur essendosi mostrate capaci di ristrutturarsi e di competere - dice - non può essere separato dall'impegno a promuovere indirizzi nuovi per lo sviluppo futuro dell'attività produttiva in Italia".

MIO RUOLO UNIRE ITALIANI, GRAZIE PER LA FIDUCIA

"Unire gli italiani", secondo la "missione" indicata dalla Costituzione per il presidente della Repubblica, mettendo al primo posto il "valore dell'unità nazionale". Nel suo messaggio di fine anno, Giorgio Napolitano sottolinea quale sia la natura del suo ruolo al vertice delle istituzioni e ringrazia i cittadini per i messaggi di "simpatia e fiducia" che, dice, "mi confortano e mi spronano". "Lo spirito del mio messaggio, italiane e italiani - dice infatti il capo dello Stato - corrisponde alla missione che i padri della Costituzione vollero affidare al presidente della Repubblica: unire gli italiani, tenendosi fuori dalla competizione tra le opposte parti politiche, rappresentando, col massimo scrupolo d'imparzialità e indipendenza, i valori in cui possono riconoscersi tutti i cittadini. I valori costituzionali, nella loro essenza ideale e morale. Il valore, sopra ogni altro, dell'unità nazionale. I valori della libertà, dell'uguaglianza di diritti, della solidarietà in tutte le necessarie forme ed espressioni, del rispetto dei ruoli e delle garanzie che regolano la vita delle istituzioni". "Sento che questo è il mio dovere, questa è la mia responsabilità - sottolinea Napolitano - E vi ringrazio per le manifestazioni di simpatia e di fiducia, per gli schietti e significativi messaggi che mi giungono da tanti di voi: mi confortano e mi spronano".

L'AUGURIO AGLI ITALIANI MA ANCHE AGLI IMMIGRATI
Giorgio Napolitano conclude il suo terzo messaggio di fine anno agli italiani con gli auguri "a voi che mi ascoltate - la stessa espressione usata nell'incipit di un anno fa - a tutti gli italiani". Con un pensiero agli immigrati, Napolitano estende gli auguri "a tutti coloro che venendo da lontano operano in Italia nel rispetto delle regole e meritano il pieno rispetto dei loro diritti".
 

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Offline ridethesnake

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Re: Napolitano: dalla crisi esca un'Italia migliore...
« Risposta #1 il: Gennaio 01, 2009, 10:31:22 am »
Se do da mangiare ad un povero, mi dicono che sono un santo, ma se chiedo perchè quel povero è povero, mi dicono che sono un comunista!



Se non avete niente di meglio da fare andate a farlo da un'altra parte.
 


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