Processo a The Pirate Bay, terza giornata
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Il terzo giorno del processo contro The Pirate Bay si è aperto con un'affermazione dell'accusa la quale ha sostenuto che i risultati del giorno precedente sono "piccola cosa". La difesa non si è pronunciata d'accordo.
L'accusa ha poi motivato le sue richieste di risarcimento: secondo l'IFPI The Pirate Bay deve pagare come se avesse ottenuto una licenza di distribuzione globale. I costi per i contenuti distribuiti prima del loro rilascio ufficiale vanno invece moltiplicati per dieci in quanto la licenza sarebbe per un'anteprima speciale.
The Pirate Bay sostiene di non avere neanche una frazione dei soldi richiesti e che se li avessere qualcuno deve averglieli derubati. L'accusa invece sostiene che essendo loro alla pari di un'organizzazione criminale, questi soldi, almeno in parte, devono averli.
La Sony si è inoltre lamentata del fatto che The Pirate Bay non abbia mai rimosso i link ai contenuti illegali e che, al contario, sia stata ridicolizzata per aver inoltrato le richieste di rimozione.
Durante la seconda metà della mattinata è stato finalmente il turno di The Pirate Bay. Considerando la caduta del 50% delle accuse gli avvocati della difesa hanno chiesto il proscioglimento del processo.
Gli avvocati della difesa hanno sostenuto che caricare un file torrent non significa che questo sia effettivamente disponibile, ci devono essere degli utenti a fare il seeding perché questo sia disponibile. Inoltre The Pirate Bay non fornisce un servizio dissimile da quello che offre Google: anche su Google si possono trovare facilmente i torrent.
La giornata si è conclusa con la difesa citando la direttiva EU 2000/31/EG, la quale indica che chi fornisce un'informazione non è responsabile per tale informazione. Per essere responsabile, The Pirate Bay, deve avviare il trasferimento, ma questo è qualcosa che sono gli utenti a fare, non The Pirate Bay. Siccome questi utenti sono persone identificabili è a loro che bisogna chiedere il risarcimento.
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